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Forestali, audizione parlamentare Sapaf: le nostre proposte alternative alla militarizzazione forzata

Forestali, audizione parlamentare Sapaf: le nostre proposte alternative alla militarizzazione forzata

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“Il provvedimento prospetta un sostanziale arretramento nel pur difficile percorso di razionalizzazione del comparto sicurezza e difesa, militarizzando delle funzioni di controllo in materie, come quelle ambientali ed agroalimentari, che, a nostro avviso – ma anche di molte associazioni ambientaliste ed animaliste -, necessitano di una diffusa capacità di prevenzione dei reati connessi ancor prima delle oggettivamente difficoltose repressioni”.

Lo ha affermato Marco Moroni, segretario generale del maggior sindacato italiano del Corpo forestale, il Sapaf, che oggi è stato ascoltato, in audizione informale, dalle Commissioni I e IV del Senato nell’ambito dell’iter di approvazione dello schema di decreto legislativo per la razionalizzazione delle funzioni di polizia e l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato (legge n.124/2015).

“La prevenzione – ha detto Moroni – è elemento essenziale in un settore dove, ad esempio, si dovrebbe in primo luogo cercare di non far inquinare un fiume e poi, qualora ciò non sia stato possibile, sanzionare chi ha commesso il reato, essendo consci che, in quest’ultimo caso, il danno sarà probabilmente irreparabile! All’attualità, tale capacità preventiva è esercitata quasi esclusivamente (se non del tutto) da parte delle forze di polizia ad ordinamento civile, mentre quelle ad ordinamento militare assolvono, in pratica, alla sola parte repressiva dei reati. Se in futuro, tale assetto dovesse mutare (cosa che riteniamo difficile per limiti normativi e regolamentari), non è dato ipotizzarlo, ma all’attualità questa è la reale situazione”.

Il segretario del Sapaf, nel ribadire che oltre 3.500 forestali hanno chiesto, con un sondaggio interno, il mantenimento delle prerogative civili e che la strada maestra da seguire, già presentata in fase di discussione della legge delega, presuppone l’istituzione di una specialità in campo ambientale e agroalimentare nell’ambito del dipartimento di pubblica sicurezza, ha proposto in commissione una alternativa, quella cioè “di valutare l’istituzione di un reparto civile presso il Ministero della Difesa – Arma dei Carabinieri, dove far transitare le funzioni e il personale che le svolge. In questo caso, non solo si rispetterebbe il principio di razionalizzazione, ma sarebbe rispettato anche il mantenimento dell’unitarietà delle funzioni trasferite, più volte sollecitato anche da Codesto Parlamento nella discussione inerente la legge delega, oltreché dal Consiglio di Stato nel recente parere emesso in merito al decreto in questione, con particolare riferimento al previsto ‘spacchettamento’ delle funzioni Cites, attualmente svolte in maniera unitaria dal Corpo forestale”.

Moroni ha ricordato che la prevista “militarizzazione forzata” comporterà “sostanziali cambiamenti alle donne ed agli uomini che oggi operano nella tutela ambientale ed agroalimentare, con il coinvolgimento, purtroppo, anche delle loro famiglie”, oltre all’impatto economico di tale assorbimento “che invece di ingenerare risparmi (come sancito tra i principi della legge delega) costituirà maggiori oneri che potranno essere riassorbiti solo in parte e una volta trascorsi diversi anni”.

Il leader del primo sindacato dei forestali ha sottolineato pure il problema delle duplicazioni di competenze “nelle regioni a statuto speciale e nelle provincie autonome, dove continueranno ad operare i Corpi forestali regionali e provinciali” e ha elencato una serie di problematiche – l’accorpamento o meno delle stazioni dei forestali con quelle dei carabinieri, i costi dell’aggiornamento delle divise e del parco auto – che portano il Sapaf “ad avere un giudizio negativo su tale riforma” anche tenendo conto delle questioni che “attengono sia al metodo (mancanza totale di consultazione) che al merito (militarizzazione ‘forzata’ di funzioni e personale, che comporteranno disfunzioni e costi maggiori)”.

Moroni ha, comunque, concluso il suo intervento davanti ai parlamentari auspicando un confronto costruttivo e chiedendo per tutti i forestali che non desiderano di essere militarizzati la possibilità “di transitare in altra forza di polizia o in altra amministrazione statale”, ricordando in ogni caso che molti appartenenti al Corpo hanno già deciso di avviare tutta una serie di azioni legali e di ricorsi che rischiano di bloccare la riforma.

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