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Flaiano 39

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(di Carlo Di Stanislao) – Lo storico patron dei Premi Flaiano, Edoardo Tiboni, ha detto che lo sforzo profuso quest’anno è stato titanico, nonostante le contingenze e spiegato che saranno quasi cento le pellicole proiettate, in 9 giorni e da sette diversi paesi, come parte forte della 39° edizione del Flaiano Film Festival, appuntamento estivo con il cinema migliore, di ieri e di oggi, ma con uno sguardo non distratto anche sul domani.
Molte le retrospettive: una su Carmelo Bene, una su Billy Wilder (che si aggiudicò il Premio 12 anni fa) ed ancora una, la più ghiotta per i cinefili, sul dimenticato Pierre Clementi, attore e regista morto nel 1999, figlio di padre ignoto e con madre, di cui portava orgogliosamente il cognome, corsa, diplomato e alla scuola del Théâtre du Vieux Colombier e al Centro della Rue Blanche, fu scoperto da Buñuel , che ne seppe esaltare le caratteristiche fisiche e interpretative in personaggi come il gangster di Belle de jour (1967; Bella di giorno) e l’angelo della morte di La Voie lactée (1969; La Via lattea).
La sua ultima interpretazione sul grande schermo è stata nella parabola hippy del film Hideous kinky (1998; Ideus kinky ‒ Un treno per Marrakesh) di Gillies MacKinnon, che vedremo al Flaiano, al cinema Massimo di Pescara.
In questa 39° edizione, poi, spicca l’omaggio a Giuseppe Bertolucci, scomparso di recente, con un film al femminile, “Segreti Segreti”, splendido racconto (con sceneggiatura di Vincenzo Cerami), incentrato su Laura (L. Sastri), terrorista di estrazione altoborghese e duplice omicida, filo conduttore di una storia, ambientata all’inizio degli anni ’80, che passa attraverso altre 6 donne, con al centro il difficile rapporto fra madre e figlia. Il terrorismo è soltanto uno dei suoi temi: è una storia di donne che si parlano e che, dicendosi o strappandosi la verità, si sgretolano. Il terremoto dell’Irpinia, cornice dell’incontro tra la proletaria Rosa (G. Boschi) e sua madre (R. Podestà, è una attuale (si pensi agli effetti ancora evidenti del nostro terremoto aquilano e di quelli acuti dell’Emilia) metafora degli effetti del fenomeno terroristico.
L’apertura, domani 29 giugno, affidata a “Sette opere di misericordia” con l’intervento di Roberto Herliztka, protagonista del film dei fratelli De Serio e, nella stessa serata, seguirà il documentario su Roman Polanski di Laurent Bouzereau, intitolato “A film memoir”: una intervista che copre una vita, dall´infanzia nel ghetto di Cracovia, ai primi film in Polonia prima come attore (A Generation del 1955, primo film diretto da Wajda), fino al successo hollywoodiano di Rosemary Baby e l´Oscar per Il pianista. L’intervista, avvenuta in due fasi, quella più consistente nell´autunno del 2009 nel suo chalet in Svizzera quando era ai domiciliari nel chalet di Gstaadt dopo il suo arresto all´aeroporto di Zurigo e nel luglio del 2010 quando ormai era libero con la Svizzera che ha negato l´estradizione del regista negli Stati Uniti; è stata realizzata alla presenza dell´amico e collaboratore Andrew Braunsberg , che ne ripercorre le tappe in modo statico, seguendo la sua filmografia come una biografia classica sorvolando sul periodo più sfortunato (Macbeth e Che?), omettendo La morte e la fanciulla che nella voluta completezza resta una frattura, e si compone di immagini documentarie, foto, per riattivare la memoria, fino a giungere alla sua vita presente, alla vita con la moglie Emmanuelle Seigner e i due figli. L´archivio è arricchito dalle interviste a Sharon Tate e soprattutto dall´attacco alla stampa dopo la sua morte, frammenti intra/visti nel bel documentario Easy Riders Racing Bulls, mentre per la sua vicenda giudiziaria si rimanda al lavoro di Marina Zanovic Roman Polanski: Wantedand Desired.
Tornando al Flaiano Film Festival, la chiusura si svolgerà domenica 8 luglio presso il Teatro D’Annunzio, e vi saranno premiate più di trenta personalità, scelte dalle diverse giurie presiedute da Giuseppe Montaldo, per il cinema, Jacqueline Risset per la letteratura, Martino D’Amico per il teatro e Ugo Gregoretti per la televisione.
Da aquilano e per di più cinefilo, plaudo al tenace impegno di Tiboni e dei suoi e mi auguro, per i 40 anni del 2013, una collaborazione con L’Istituto Lanterna Magica della mia città, per una rassegna a tema e, magari, una mostra di bozzetti e costumi, ambiti molto perlustrati dalla istituzione fondata nel 1991 da Gabriele Lucci e che, negli anni, ha collaborato a più riprese con il Premio Flaiano. Per il programma si veda: http://www.premiflaiano.it/.

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