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Chernobyl: a 30 anni dal disastro la natura prende il sopravvento

Chernobyl: a 30 anni dal disastro la natura prende il sopravvento

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Nel silenzio di Chernobyl ogni rumore echeggia più forte. Suoni surreali si odono nell’area desolata, ma non sono umani.
Dopo 30 anni dalla tragedia nucleare, quello che fu l’inferno per migliaia di persone si è trasformato nel paradiso della fauna selvatica, una riserva naturale gigante, privo di esseri umani, ma contaminata da radiazioni dal 26 aprile 1986.

Come è possibile che la regione possa ospitare forme di vita?

Le radiazioni ci sono ancora ed hanno un forte impatto negativo sulla salute degli animali, che hanno una durata di vita più breve e producono meno prole, ma il loro numero e la varietà di specie stanno crescendo a ritmi mai visti da molto tempo prima del crollo dell’Unione Sovietica del 1991.

Sono questi i risultati di un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università della Georgia, che grazie all’implemento di telecamere utilizzate per analisi precedenti, hanno constatato un incremento della popolazione animale nella cosiddetta zona di esclusione, un’area limitata agli esseri umani approssimativamente nel raggio di 30 km dal sito dell’ex-centrale nucleare di Chernobyl e istituita in seguito all’incidente nucleare del 1986.

I risultati suggeriscono inoltre che la distribuzione habitat degli animali si basa sulla fonte di cibo, non sui livelli di radiazione.

Per oltre cinque settimane, i ricercatori hanno schierato 30 telecamere in 94 aree.

Per attirare gli animali, il team di ricerca ha collocato un profumo di acido grasso in ogni sito.
Ognuna di queste aree è di 3,2 km di distanza l’una dall’altra, così gli animali non possono andare in più stazioni in un giorno.
I ricercatori hanno documentato 14 specie di mammiferi, tra cui il lupo grigio, il cinghiale eurasiatico, cane procione, e la volpe rossa. Questi animali sono stati trovati nei siti più altamente contaminati, dimostrando che la fauna selvatica non li evita.

Inoltre, gli animali carnivori hanno maggiori probabilità di essere più contaminati, perché a parte la radiazione che ricevono dalla preda che ha mangiato le piante contaminate, i carnivori ricevono anche la radiazione direttamente dall’acqua, dall’aria e dal suolo.

Il 26 aprile prossimo cadrà il 30esimo anniversario della tragedia di Chernobyl, il disastro nucleare più importante della storia.

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dire.it

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