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Fusi orari addio, ecco l’Ora Universale

Fusi orari addio, ecco l’Ora Universale

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Abolire i fusi orari e sincronizzare tutti gli orologi del mondo sulla medesima ora. E’ questa la proposta che due eminenti personalità delle scienze e dell’economia mondiale – l’economista Steve Hanke e l’astrofisico Dick Henry – hanno spiegato al quotidiano americano Washington Post affinchè diventi virale e possa, in qualche maniera, arrivare ad influenzare i governi mondiali e spingerli ad adottarla.

Un’idea – quella di poter leggere nello stesso momento sull’orologio le ’12’ a New York come a Roma o a Pechino – che può apparire bizzarra ma, stando ai due studiosi, dai notevoli vantaggi soprattutto economici. Al momento, come è noto, la Terra è stata convenzionalmente divisa in 24 ‘spicchi’, e ai fusi corrisponde un orario specifico che può oscillare fino alle 12 ore – in avanti o indietro – rispetto al meridiano di Greenwich, vicino Londra, il cosiddetto meridiano ‘zero’. Una sorta di orario ‘concordato’ dagli uomini e adottato nel 1884 da quella che è passata alla storia come ‘commissione’ di Washington. Una suddivisione delle giornate in ore puramente convenzionale che i governi, spesso, hanno piegato a loro piacimento. Dall’adozione dell’ora legale ai capricci dei potenti come nel caso della Spagna franchista che adottò il fuso di Parigi per compiacere i nazisti o quello del dittatore della Corea del Nord che ha deciso di spostare le lancette del suo paese in avanti di trenta minuti per non essere accomunato all’ora della Corea del Sud.

Adottare lo stesso orario, spiegano i due autori al Post, abolire i fusi orari, “se da una parte questo metodo finirebbe col semplificare le nostre vite, dall’altra richiederebbe un grande cambiamento nel modo in cui pensiamo al tempo. Dal momento che gli orologi continuerebbero a basarsi sul Tempo Coordinato Universale, la maggior parte delle persone dovrebbe cambiare il modo di considerare le proprie giornate. A Washington, per esempio, ci si dovrebbe abituare ad alzarsi a mezzogiorno e a cenare all’una di notte. Concretamente nella nostra vita non cambierebbe niente: solo dovremmo abituarci ad associare abitudini diverse agli orari “nominali” della giornata. All’apparenza una cosa di poco conto ma dai risvolti sociali incalcolabili. “Per la fisica – spiegano – il tempo è uno soltanto! E questo principio della fisica è perfettamente in linea con i principi economici. Ed è proprio per questo motivo che abbiamo affrontato questo tema in parte di un corso sui problemi in economia applicata alla Johns Hopkins. L’ora solare andava bene quando quasi tutte le attività erano svolte localmente. Oggi invece sono nella maggior parte globali, ed è necessario un unico orario. Ci si abituerebbe velocemente a leggere i nuovi orari”.

I due autori si spingono oltre. Per loro sarebbe necessario anche adottare un calendario unico al mondo. Questo renderebbe il Pianeta davvero uniforme, fatta eccezione per le festività locali e religiose che ogni Paese potrebbe tranquillamente mantenere. “Noi proponiamo l’adozione del calendario Hanke-Henry a partire da lunedì primo gennaio 2018, in contemporanea all’adozione globale del Fuso Orario Universale. È la stessa questione, e dovrebbe essere applicata in tutto il mondo da lunedì primo gennaio 2018: uno standard comune, che si può sovrapporre ai calendari locali e religiosi senza problemi”.

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