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Aokigahara, la storia vera della “foresta dei suicidi”

Aokigahara, la storia vera della “foresta dei suicidi”

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Ai piedi del Monte Fuji in Giappone, ettari di terreno sono occupati dall’inquietante foresta Aokigahara, chiamata “Il Mare di Alberi” ma più tristemente conosciuta come “Foresta dei Suicidi”.
Ogni anno, le autorità giapponesi rimuovono dozzine di corpi che penzolano dai rami degli alberi, alcuni dei quali vengono rinvenuti anche a distanza di anni.

Aokigahara, la storia vera della “foresta dei suicidi”

La vegetazione è così fitta che è fin troppo facile scomparire e non lasciare traccia.
Sarà forse questo il motivo per cui la foresta è il triste luogo scelto da molti giapponesi per togliersi la vita.
Dal 1971, le autorità hanno rimosso 100 corpi all’anno da Aokigahara, rendedola così il secondo posto al mondo più popolare per il suicidio, dietro il Golden Gate Bridge.
Non è strano che un luogo così inquietante abbia ispirato un film horror.
The Forest è uscito negli USA lo scorso 8 gennaio, e in Italia non ha ancora ottenuto una distibuzione.
La trama non porta nienete di nuovo nel genere horror: una ragazza si reca in Giappone per ricercare la sorella gemella, scomparsa in circostanze misteriose e si inoltra nella foresta Aokigahara, dove un gruppo di anime tormentate attacca chiunque si addentri nella foresta.

Il film di per sè non è sicuramente un capolavoro, ma ha fatto conoscere agli appassionati del mistero un luogo tanto affascinante quanto “maledetto”.

LA FORESTA DEI SUICIDI

Aokigahara, la storia vera della “foresta dei suicidi”

Aokigahara si trova alla base nord-ovest del Monte Fuji, che incombe con la sua maestosa vetta.
La foresta si estende per 35 km quadrati a e da lontano può sembrare un luogo idilliaco, dove la natura domina incontaminata. Tuttavia, le apparenze ingannano.

Nel momento in cui uno fa un passo in Aokigahara, diventa subito evidente che qualcosa è leggermente fuori del posto.
La prima cosa che si può notare è il silenzio sconcertante.
La densità degli alberi riesce a isolare l’area dal sole e dal vento, producendo un’oscura coperta inquietante di quiete, che viene ulteriormente aggravata dalla curiosa mancanza di fauna selvatica nella zona.
Nessun cinguettio o altro rumore comunemente prodotto dagli animali si ode, se non qualche suono in sordina, un silenzio che più che rilassare mette inquietudine, come se tutta la fauna avesse voluto evitare questo luogo o si stesse nascondendo da qualcosa.

Ad aver contribuito alla definizione di luogo maledetto è anche il malfunzionamento delle bussole.
A causa di anomalie magnetiche indotte dai ricchi giacimenti di ferro nel terreno vulcanico della zona, gli aghi impazziscono.
Ma sembra che il magnetismo si riversi anche sugli esseri umani.
Non è strano sentire storie di escursionisti esperti che raccontano di come abbiano smarrito la strada o di come abbiano camminato in cerchio.

E poi trovi questo.

Aokigahara, la storia vera della “foresta dei suicidi”

Questi cartelli si trovano lungo i sentiero della foresta.
“La tua vita è un dono prezioso dei tuoi genitori. Pensa a loro e al resto della tua famiglia. Non devi soffrire da solo”.
Segue un numero verde da chiamare in caso di bisogno di aiuto.
Sparsi intorno alla zona vi sono cabine telefoniche.

Spesso definito come “Il posto perfetto per morire”, Aokigahara si dice sia il luogo più popolare per andare a suicidarsi in Giappone e il secondo al mondo dopo Il Golden Gate Bridge di San Francisco.
Dal 1950, la foresta ha attratto un crescente numero di persone che scelgono di togliersi la vita, raggiungendo nel 2003  un numero record di 108 suicidi.
Questi sono solo i corpi che riescono a trovare le ronde di volontari e di polizia che annulamente perlustrano la foresta in cerca delle vittime.

Secondo alcuni, queste anime solitarie che stanno contemplando il suicidio sono misteriosamente e inesorabilmente attratte ad Aokigahara da forze soprannaturali all’interno della foresta che li invitano a venire.
Alcuni sopravvissuti di tentato suicidio hanno detto di aver avuto la vaga sensazione di essere in qualche modo “chiamati” verso la foresta.
Aokigahara non è certo priva di avvenimenti paranormali.
Ancora prima di essere soprannominata  “Foresta dei Suicidi”, la zona era stata a lungo immersa nella tradizione spettrale e mitologica.
Nelle leggende giapponesi Aokigahara era cresuta essere il covo di demoni e fantasmi.
Si ritiene inoltre che un tempo fosse un luogo popolare per la pratica raccapricciante di ubasute, un’antica usanza giapponese in cui un parente malato o anziano veniva abbandonato in un luogo desolato e lasciato morire.
Nel caso di Aokigahara, si dice che le vittime di abusi diventino fantasmi vendicativi che si aggirano tra gli alberi.

Molti credono che i suicidi commessi nella foresta abbiano permeato gli stessi alberi di Aokigahara, generando attività paranormali e allontanando la fauna selvatica.
Si dice che le anime prigioniere nella foresta siano condannate ad abitare eternamente le sue profondità, intrappolate all’interno degli alberi e invitando altri di unirsi a loro.

Cattiva reputazione a parte, Aokigahara è una meraviglia naturale.
I turisti possono godere di una splendida vista del Monte Fuji e ammirare attrazioni naturali come l’altopiano di lava, alberi trecentenari e l’incantevole Narusawa Ice Cave.   (dire.it)

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