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Cinema e donne a Firenze

Cinema e donne a Firenze

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(di Carlo Di Stanislao) – Dal 30 novembre al 5 dicembre Firenze ospita la 34° edizione di “Cinema e donne”, rassegna sul cinema al femminile che quest’anno ha in calendario 35 film ed ospiterà 20 registe provenienti da vari Paesi, fra cui, molto attese, la tedesca Ulrike Ottinger che presentera’, in prima italiana, ‘Under Snow’ e la napoletana Antonietta De Lillo con il suo ‘Il resto di niente’, fra l’altro in concorso anche al Cinefestival di Sulmona. In questa edizione 2012 “Cinema e donne”, premierà  l’attrice e registra portoghese Maria De Medeiros e la bosniaca Aida Begic, autrice dello splendido “Buon anno Sarajevo (Djeca)”, presentato allo scorso TorinoFilmLab, dove la protagonista è immersa in una realtà feroce, in una Sarajevo alla vigilia di Capodanno, fra  festeggiamenti posticci e sinistri boati. Un film attraversato, anzi trafitto, come una lama affilatissima, da una serie di flashback (probabilmente materiale d’archivio) che richiamano il fantasma della guerra, i palazzi sventrati e la gente con la morte negli occhi. Immagini girate in low definition che riemergono dalle faglie di tempo come rigurgiti di una violenza mai veramente dimenticata. Alla Begic,  creatrice di un personaggio di donna giovane a tinte forti e universale per la caparbietà con cui si batte contro tutti i pregiudizi di sesso, razza religione, nella vita quotidiana, andrà il XV Premio Sigillo della Pace, organizzato in collaborazione con il Comune di Firenze.

Quanto all’ altra premiata, Maria De Medeiros, 47 anni, di Lisbona,  a cui andrà invece il premio Gilda, è una attrice con eterna faccia da bambina, ma anche una regista che ha saputo cavarsela pienamente con temi difficili, raccontando le rivoluzioni del suo tempo con rispetto e comprensione, ma soprattutto con gli occhi degli uomini, di individui maschili che poi formeranno la massa, ha diretto splendidi cortometraggi come Sévérine C. (1987) e Fragmento II (1988) e maglifici film come A Morte do Príncipe (1991).

Scelta da Quentin Tarantino per l’hard boiled-capolavoro Pulp Fiction (1994), vince la Coppa Volpi al Festival di Venezia per la sua interpretazione in Três Irmãos (1994) di Teresa Villaverde. Nel 2001, stupisce tutti quanti portando al cinema la rivoluzione portoghese dei Garofani in Capitani d’aprile – dirigendo un esordiente Stefano Accorsi – e, nel frattempo, ricambia il favore con l’Italia, facendosi dirigere da Maurizio Nichetti in Honolulu Baby (2001). Torna da de Oliveira per il cortometraggio Porto della mia infanzia (2001), incanterà l’Italia e la critica (meno il pubblico) con Il resto di niente (2004) di Antonietta De Lillo, all’interno del quale interpreta Eleonora Pimentel De Fonseca, artista aristocratica di origine portoghese che vive nella Napoli stretta fra i moti rivoluzionari, meritandosi (a ragione) la candidatura ai David di Donatello come miglior attrice protagonista.

Ha sempre avuto un rapporto speciale con il cinema italiano ma, io credo, le sue qualità di interprete emergono soprattutto in “Uova D’Oro” (1993) di Bigas Luna, con un taurino  Javier Bardem ed un più dimesso  Alessandro Gassman, con cui è tornata a lavorare tre anni fa, nel dramma borghese “il compleanno” di Marco Filberti.

Diretto da Paola Paoli e Maresa D’Arcangelo, “Cinena donne” è una delle sezioni di punta della rassegna “50 Giorni di Cinema Internazionale a Firenze”, un appuntamento ormai consolidato nel panorama cinematografico italiano,  per fare il punto sull’universo femminile letto dal cinema e sul cinema realizzato da donne, portatrici da sempre di messaggi alternativi rispetto a quelli dominanti.

“For Love or Money” è il titolo di quest’anno, un titolo che richiama la capacità tutta femminile di portare nella società un complesso di sentimenti e punti di vista che arricchisce la cultura dominante, tutta maschile, legata al denaro.

Circa gli altri film della rassegna, vale spendere due parole soprattutto su “il resto di niente”, dove la nostra Antonietta De Lillo racconta la storia di Eleonora De Fonseca Pimentel, protagonista della rivoluzione napoletana del 1799, raccontata in uno dei più bei film di questi ultimi tempi.  Come attrice la De Lillo ha interpretato Maria, protagonista dell’ultimo film di Serge Tréfaut “Viagem a Portugal”, odissea contemporanea dei respingimenti continui in aeroporto di persone sospettate soltanto di voler vivere e lavorare in Portogallo.

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