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Il cellulare: Oggetto o fericcio?

Il cellulare: Oggetto o fericcio?

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(di Gabiele Gaudieri) – Se un extraterrestre avesse la possibilità di vedere da lontano alcuni uomini, soprattutto di una grande città, avrebbe la sensazione che questi stiano parlando da soli e gesticolando, apparentemente rilassati, con un atteggiamento tra il serio e il faceto, solo avvicinandosi riuscirebbe a vedere che sulla loro guancia hanno “incollato” un oggetto piccolo piccolo, il cellulare. Il telefono mobile fa ormai parte della nostra vita ed anzi può essere considerato una “protesi naturale”, qualcosa di organico ed inorganico allo stesso tempo, che ha determinato radicali cambiamenti, nell’ultimo decennio, nei comportamenti e nei linguaggi dell’intera società. Il successo della rete mobile è dovuto al fatto che permette una comunicazione tutta particolare, diviene una “metafora della telepatia”, si ha l’impressione di “sentirci” con l’altro più che di ascoltarci soltanto, come avveniva con la rete fissa, molto simile ad un comune elettrodomestico! La leggerezza del cellulare accentua, così, la sensazione telepatica di una comunione invisibile con i nostri conoscenti. La storia del cellulare è un continuo e costante viaggio verso la leggerezza: il suo antenato, una valigetta portatile, che si installava sull’auto, pesava nel 1973 16 Kg., il primo cellulare italiano, prodotto da Italtel, pesava 600 grammi, nel 1996 pesava 129/150 grami e oggi meno di 80 grammi. Gli esperti della comunicazione hanno rilevato che nei dialoghi col cellulare prevale la “funzione fàtica”: è importante mantenere vivo il contatto, indipendentemente dai contenuti trasmessi, che talvolta appaiono banali e ripetitivi. L’impatto sociale che sta avendo il telefono mobile preoccupa così tanto gli operatori sociali che noti giornali lanciano un grido di allarme per l’uso esagerato che se ne fa…Il “Listin diario” scrive: per alcune persone il telefono è il miglior amico, permettendo di comunicare con amici, scuola, lavoro, etc. Per altri, è più di tutto ciò, a tal punto che si può dire che dipendono da esso. Il quotidiano prosegue elaborando un decalogo, al fine di migliorare la comunicazione, che l’uso esagerato del cellulare ha reso, sembra paradossale, più difficile!
Il decalogo prevede: non interrompere una lezione, un lavoro importante per rispondere al cellulare, non inviare o leggere messaggi inviati, mentre si parla con qualcuno, non usare l’identificatore di chiamata, per evitare di ricevere telefonate poco gradite, non dimenticare le chiamate in attesa, etc. Credo, in verità, che per tutti noi sia difficile attenerci a queste regole, pur tuttavia è necessario riflettere e discutere con i giovani, anche e soprattutto nelle scuole, al fine di utilizzare il cellulare come mezzo di comunicazione e non come un feticcio o un oggetto che determina un’assurda dipendenza e un’esistenza insulsa e poco creativa!!!

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