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Le mani parlano (e curano) dall’Oriente Estremo

Le mani parlano (e curano) dall’Oriente Estremo

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“Abbandonati a qualsiasi cosa accada e libera la tua mente. Rimani concentrato accentando qualsiasi cosa tu faccia. Questo è il fondamento”
Chuang-tzu

Le forme di comunicazione possono essere sommariamente biforcate in verbali e non verbali. Si dice spesso che è più che possibile comunicare con chi non parla la nostra lingua usando il linguaggio non verbale. Il linguaggio del corpo è una forma molto importante di comunicazione non verbale e gesti sono una sottounità della categoria. È interessante notare, i gesti non hanno un significato universale. L’interpretazione dei gesti varia da una cultura all’altra. Infatti, alcuni gesti che significano un complimento in una cultura particolare potrebbe avere un significato altamente reato in un altro luogo. Quando ad esempio vogliamo dire che speriamo che qualcosa accada, usiamo incrociare il dito medio con l’indice. Questo gesto è praticamente usato e conosciuto in tutti i paesi occidentali ed è inoltre il simbolo della lotteria nazionale britannica. In Vietnam però questo gesto indica ben altro: i genitali femminili. Quindi non sorprendetevi se la persona alla quale vi rivolgete assumerà una faccia a dir poco scandalizzata. In Iran, Thailandia e Bangladesh questo gesto ha un senso totalmente opposto, significa infatti “siediti su questo”, cioè il perfetto equivalente del nostro dito medio. Nella danza classica indiana, così come nelle rappresentazione di teatro Kathakali, i gesti delle mani vengono utilizzati  principalmente per mimare il significato del testo cantato/narrato o per puro ornamento estetico. L’antico trattato Natya Shastra, attribuito a Bharata Muni, datato tra il II secolo a.C e il II d.C. che si occupa di danza, musica, drammaturgia etc. ne elenca una lunga serie con i relativi significati, ma nel corso dei secoli molti altri Mudra sono stati aggiunti, apportati dalle diverse scuole e dagli stili personali. E’ probabile che il Natya Shastra si rifacesse a sua volta, per quanto riguarda Mudra e Abhinaya in generale, cioè le espressioni teatrali che includono espressioni e movimenti facciali e degli occhi, all’ Abinaya Darpana, attribuito al saggio Nandikesvara, ma quasi certamente compilato a più mani e nel corso di un arco temporale molto vasto.   Testo altrettanto interessante è il Nrtyavinoda di Manasollasa, composto in Karnataka nel XII secolo, che ancora analizza tutti i movimenti della danza, delle espressioni mimiche, dei mudra e dei movimenti della testa, menzionando molte espressioni non descritte nei testi precedenti e specifici dell’arte teatrale locale.Nelle pratiche yoga, si prende in considerazione la grande energia che fluisce nelle nostre mani e nelle dita, che rappresentano ognuna uno dei 5 elementi,  i Pancha Tatva, per esempio nel Tatva Yoga che appunto sull’equilibrio di questi si basa: il pollice è Agni,  fuoco, l’indice è Vayu, aria, il medio è Akash, etere, l’anulare è Prithvi, terra e il mignolo è Jal, acqua. In altre scuole le dita rappresentano invece vari aspetti della personalità e delle passioni. Uno dei Mudra principali e più conosciuti  in questa ed altre scuole è lo Jnana Mudra detto anche Gyan Mudra. Sviluppa l’intelletto, la memoria e proporziona serenità. La scienza della cura della salute, anche attraverso i Mudra, è una branca specifica dello Hata Yoga e che focalizza la regolazione del normale fluire delle energie vitali. Qualunque ostruzione o irregolarità nel flusso di questa viene considerata la causa principale di malattie o disordini. Mudra differenti provocano un riequilibrio dei vari elementi: Apaan Mudra, per esempio, che si compone unendo la punta del pollice a quelle del medio e dell’anulare mantenendo dritte e rilassate le altre, cura, purificando dalle impurità, le vie respiratorie e le reni. In Cina grqande sviluppo, fin dalla più remota antichità, ha avuto la chiromanzia, tramandato oralmente per molti secoli ha anche in questo paese origini antichissime e si tramandavano le sue regole oralmente. Attualmente questa scienza è ancora in voga e dobbiamo all’interpretazione ed agli studi dell’intellettualeo francese, Gorge Souliè de Morant, se la grande cultura chiromantica della Cina è giunta a noi . Egli visse in Cina per molti anni e lì riuscì a scrivere un libro di grande importanza dal titolo : “L’agopuntura cinese” . Ma durante la sua permanenza in Cina riuscì anche a studiare e comprendere quell’antica civiltà e ne colse le varie sfaccettature . Alla sua morte, avvenuta nel 1955,  furono riscoperte molte sue opere di carattere letterario e scientifico tra le quali di grande interesse è il volume : “Le scienze occulte in Cina : la mano” .  In questo libro l’autore ci propone le formule interpretative chiromantiche cinesi che sono affiancate da quelle classiche occidentali, così possiamo scoprire le differenze fra le due chiromanzie .    Il De Morant ci spiega poi lungamente come la chiromanzia cinese e quella europea differiscono profondamente in particolare sui principi che le dirigono . Sono due scuole filosofiche diversissime che non vengono qui evidenziate . Molti secoli dopo questi studi portati avanti dai cinesi vennero importati in Corea e Giappone . In quest’ultimo paese solo nel periodo Edo (1603 – 1867) la popolazione iniziò ad interessarsi all’argomento . In questo periodo visse Mizuno Nambocu, il padre della chiromanzia giapponese . Il suo sistema è conosciuto come Nambocu Soho (Fisiognomica di Nambocu)  e questo maestro si dedicò anche alla elaborazione di metodi per migliorare il futuro destino di una persona . Arrivò alla conclusione che per ottenere buone caratteristiche in termini di fisionomia, bisognava controllare attentamente la propria dieta.Gli studi di Nambocu e dei suoi seguaci si sono sempre sforzati  di  capire come combattere contro un destino avverso e suggeriscono quali mezzi impiegare. Infatti, per esempio, se un segno della mano indica cose cattive, in qualche punto della stessa mano si troverà un segno che suggerisce i mezzi per difendersi e rimediare . In conclusione la filosofia della chiromanzia giapponese proposta da Nambocu si può esprimere così : ”Una volta conosciuto il destino bisogna trovare sistemi e prendere provvedimenti per migliorarlo con tutte le nostre energie” . Su questa questione i cinesi avevano seguito vie diverse perché non ammettevano eccezioni alla legge della causalità e dimostravano, come d’altronde fanno ancor oggi, che, per quanto materialmente una persona possa impegnarsi nell’una o nell’altra delle vie che le si prospettano, non è in realtà padrona di fare questa sua scelta. Le mani, in Corea, sono il luogo privilegiato di cura, mediante piccoli aghi e massaggi, della più parte delle patologie. La manopuntura o agopuntura coreana della mano, detta anche chiropuntura, è nata nel 1971, scoperta dal medico coreano Tae Woo Yoo. È nota anche con i nomi di Koryo Hand (Acupuncture) Therapy, KHT, Korean Hand Acupuncture o Koryo Sooji Chim. Il principio di base della manopuntura è semplice. Analogamente al sistema della riflessologia plantare, la mano rappresenta una sorta di microcosmo del corpo umano. Sulla mano troviamo punti di corrispondenza per tutte le parti e gli organi del corpo. Per curare i vari problemi, non dobbiamo più quindi mettere degli aghi (spesso di considerevoli dimensioni) sulla spalla, sul ginocchio o sulla schiena, ma possiamo utilizzare i punti di corrispondenza sulla mano.  Ciò comporta molti vantaggi:

– il trattamento viene effettuato esclusivamente sulla mano

– gli aghi per la manopuntura sono piccoli e sottilissimi

– devono penetrare solo di 1-2mm sotto la cute

– il paziente non si deve spogliare

– non sussiste il rischio di ferire con gli aghi degli organi vitali

– gli aghi possono essere sostituiti, se il paziente non li tollera, da speciali cerotti di agopressura

– con i cerotti il paziente può proseguire la terapia a domicilio e questo contribuisce a migliorare i risultati della cura

– gli effetti sono percepibili in tempi brevi.

Letture consigliate:

–          Chopra D.: La mia via del benessere, Ed. Sperling & KUpfer, Milano, 2010.

–          de Souzanelle A.: Il simbolismo del corpo umano. Dall’albero della vita allo schema corporeo, Ed. Servitium, Milano, 2010.

–          Di Stanislao C.: Cineserie. Note e appunti sulla Cina di ieri e più recente, Ed. CISU, Roma, 2007.

–          Frigoli D.: Il corpo e l’anima. Itinerari del simbolo, Ed. Sapere, Roma, 1999.

–          Fusi S.: Energia vitale per la salute, Ed. Tecniche Nuove, Milano, 2009.

–          Pasqualotto G.: Figure di pensiero. Opere e simboli nelle culture d’Oriente, Ed. Marsilio, Roma, 2007.

–          Pont Humbert C.: Dizionario dei simboli, dei riti e delle credenze, Ed. Editori Riuniti, Torino, 1997.

–          Randazzo P.: Star bene con la manopuntura coreana, Ed. Yin, Milano, 2007.

Carlo Di Stanislao

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