
L’evoluzione dell’uomo secondo la scienza
Secondo il Dottor Matthew Skinner, un paleoantropologo delll’Università del Kent, l’evoluzione sarebbe inevitabile per adattarsi ai cambiamenti climatici.
In particolar modo, lo scienziato ha calcolato quali sarebbero le nuove caratteristiche fisiche acquisite dall’uomo nell’eventualità di tre scenari: un mondo acquatico, la seconda era glaciale e la colonizzazione di un altro pianeta.

Potremmo sviluppare anche delle “branchie” artificiali per aiutarci nella respirazione, l’estrazione di ossigeno dall’acqua e la consegna al flusso sanguigno.EXTRA-TERRESTRI

L’evoluzione comporterebbe braccia più lunghe e gambe corte, perché in condizioni di scarsa gravità sarebbero necessari meno passi.
Come per gli oranghi, avranno più importanza gli arti superiori.
Potremmo sviluppare anche ”alluci opponibili”, perchè i nostri piedi diventerebbero importanti per prendere cose in bassa gravità.
Ci potrebbe essere anche una completa perdita di denti e una riduzione della mascella.
La bocca sarebbe più stretta perchè si adatterebbe a pasti come pillole o cibi liquidi assunti nei viaggi spaziali.
L’effetto complessivo è quello di farci sembrare più come i neonati, le cui bocche devono solo bisogno di deglutire.
Con una mancanza di predatori naturali, le dimensioni del corpo si ridurrebbero.
Si tratta di un fenomeno già visto in natura chiamato “nanismo insulare”.
L’ERA GLACIALE

Avremmo più peli e capelli sul corpo per proteggerci dal freddo, e un fisico più muscoloso per procacciare le materie prime in condizioni estreme.
I nostri nasi e le dimensioni facciali aumenterebbero per aiutare l’aria fredda inalata a diventare più calda nel suo passaggio attraverso il naso.


Per quanto estreme saranno le condizioni future, l’essere umano in qualche modo sarà sempre in grado di evolversi e sopravvivere.
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