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Sondrio: Discorso ai Giovani  nel nome di don Tonino Bello

Sondrio: Discorso ai Giovani nel nome di don Tonino Bello

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(di Francesco Lenoci e Agostino Picicco) – Sempre disponibile al primo passo e all’accoglienza, don Tonino Bello ha visitato personalmente i suoi diocesani residenti in Australia (ottobre 1983), Argentina (ottobre 1985), Stati Uniti d’America (agosto 1986) e Venezuela (luglio 1988).
Un anno fa abbiamo scritto che sarebbe bellissimo andare a parlare di don Tonino nei luoghi da lui visitati, con l’unico intento di far nuovamente riecheggiare le sue meravigliose richieste:
“Donaci Signore la grazia dello stupore;
restituiscici il gusto delle esperienze che salvano;
non risparmiarci la gioia degli incontri decisivi che abbiano il sapore della prima volta”.
Purtroppo, non ci siamo ancora riusciti.

Giovedì 26 gennaio 2012 abbiamo, viceversa, parlato di lui presso il Cinema Excelsior di Sondrio, in un incontro magistralmente organizzato dalle Parrocchie di Sondrio e dall’Azione Cattolica, intitolato “Spalancare da Sondrio la finestra del futuro: Discorso ai Giovani nel nome di don Tonino Bello”.
I ragazzi e le ragazze dei centri giovanili hanno creato, subito, l’atmosfera di una serata indimenticabile cantando:
“Voglio un sogno
e voglio un senso.
Voglio una partita
che mi faccia dare il meglio.
Che questa Vita sia la mia strada in salita,
che mi possa guidare in ciò che amo
e così sia”.

E ancora:
“È bello sognare di vivere meglio,
è giusto tentare di farlo sul serio,
per non consumare nemmeno un secondo
e sentire che anch’io sono parte del mondo.
E con questa canzone dico quello che da sempre so:
che la vita rimane la cosa più bella che ho”.

Ci siamo permessi di pensare che anche a don Tonino sarebbero piaciute molto le parole di queste canzoni: si sarebbe limitato ad aggiungerne un’altra . . . . “adesso”. . . riepilogando il tutto alla sua maniera.

“Ragazzi, non abbiate paura
di riscaldarvi adesso,
di innamorarvi adesso,
di incantarvi adesso,
di essere stupiti adesso,
di entusiasmarvi adesso,
di guardare troppo in alto adesso,
di sognare adesso”.
I ragazzi ci hanno evidentemente letto nel pensiero, perché uno di loro ha iniziato a disegnare sul maxi schermo, guidato dalle meravigliose frasi di don Tonino Bello pronunciate ad alta voce da un altro ragazzo.

“Cambierete il mondo e non lo lascerete cambiare agli altri.
Appassionatevi alla vita perché è dolcissima. Mordete la vita.
Non accantonate i vostri giorni, le vostre ore, le vostre tristezze con quegli affidi malinconici ai diari.
Non coltivate pensieri di afflizione, di chiusura, di precauzioni.
Mandate indietro la tentazione di sentirvi incompresi.
Non chiudetevi in voi stessi, ma sprizzate gioia da tutti i pori.
Bruciate. . . . perché quando sarete grandi potrete scaldarvi ai carboni divampati nella vostra giovinezza.
Incendiate. . . . non immalinconitevi. Perché, se voi non avete fiducia, gli adulti che vi vedono saranno più infelici di voi.
Coltivate le amicizie, incontrate la gente. Voi crescete quanto più numerosi sono gli incontri con la gente, quante più sono le persone cui stringete la mano”.

I giovani . . . .Da un po’ di tempo si parla di giovani come generazione tradita, esclusa . . . .di adulti contro giovani.
In data 23 maggio 2011 il Rapporto annuale ISTAT circa la situazione del Paese ha rivelato che nel biennio 2009-2010 i giovani (18-29 anni) sono stati i più colpiti dalla recessione, con una perdita di 482 mila unità.
Nel 2010 era occupato circa un giovane su due nel Nord e meno di tre su dieci nel Mezzogiorno.
Nel 2010 è aumentato il numero dei giovani Neet (Not in Education, Employment or Training, 15-29 anni) arrivando a 2,1 milioni di unità, pari al 22,1% della popolazione di questa età.
Nell’ultimo rapporto “Economie Regionali” Banca d’Italia ha reso noto che il numero dei giovani Neet è arrivato a 2,2 milioni di unità, pari al 23,4%.
Siamo di fronte ad un enorme spreco di risorse . . . . di risorse umane . . . . di vite!
Dal 24 maggio (the day after il Rapporto ISTAT) tutti i giornali e i media riportano titoli quali: “L’Italia è contro i giovani”, “L’Italia non è un Paese per giovani” . . . .

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Questa sera siamo chiamati a fare il Discorso ai Giovani nel nome di don Tonino Bello:
un testimone, un maestro, che ha esercitato senza soste la sua capacità di vedere frammenti di bene ovunque, evidenziando in ogni realtà, contesto e situazione . . . . bagliori di novità, motivi di maggior impegno, germi di speranza;
un profeta, che ha indicato che i gravi problemi del mondo non vanno risolti con l’assistenzialismo, ma stimolando tutti, soprattutto i giovani, a essere protagonisti del loro futuro e del loro sviluppo.

Perché per parlare ai giovani facciamo ricorso a don Tonino Bello? . . . Perché è difficile che i giovani possano trovare un parente stretto, un compagno di viaggio, migliore di don Tonino Bello.
Un compagno di viaggio che, nella sua ultima omelia, disse: “Ragazzi, vi faccio tanti auguri perché nei vostri occhi ci sia sempre la trasparenza dei laghi . . . . Ragazzi, vi abbraccio tutti, uno ad uno, e vi vorrei dire, guardandovi negli occhi, TI VOGLIO BENE”.

Ma non basta. Per parlare ai giovani facciamo ricorso a don Tonino Bello perché nella nostra mente, nel nostro cuore e nella nostra anima risuonano le frasi che pronunciò al suo arrivo a Molfetta, da Vescovo.
“Eccomi, cari fratelli. Nel giorno della presentazione di Maria al Tempio, mi presento anch’io a questo tempio umano, fatto di pietre vive, glorioso di tradizioni di fede e di impegno, carico di storia e di cultura. Accoglietemi come fratello e amico, oltre che come Padre e Pastore. Liberatemi da tutto ciò che può ingombrare la mia povertà. Di mio non ho molte cose da darvi. Però nella mia valigia ho due cose buone.
La prima me l’ha messa il Signore ed è la sua Parola, perché la dispensi lungo la strada a voi, miei nuovi compagni di viaggio, in modo che cambi il vostro povero cuore e affretti la cadenza dei vostri passi.
E poi c’è un’altra cosa.
Ed è la tenerezza, la sofferenza, la fede, l’amore, la speranza indistruttibile . . . . .”. (Cfr. Francesco Lenoci, Carlo de Ruvo, Antonio Cecere, “don Tonino Bello: un grande organizzatore della Speranza”, in per l’Italia. 150 anni di cittadinanze attive, Esedra editrice, 2011, pag. 437).

È incredibile quanto quelle frasi siano attuali . . . .adesso: don Tonino ci dice chiaramente che per tutti noi, per i giovani in particolare, è necessario coltivare una speranza indistruttibile e affrettare la cadenza dei passi.
Adesso e nell’ora presente della storia e della nostra esistenza.
Con un impegno e un coinvolgimento massimo, carico di entusiasmo e di un fuoco come quello che don Tonino ha acceso nei cuori di chi l’ha conosciuto e di chi oggi si abbevera ai suoi scritti.
Per realizzare ciò, occorre considerare i giovani una risorsa, valorizzarli, lanciare loro proposte importanti e significative.
Occorre incoraggiarli ad uno stile di vita caratterizzato da sobrietà di atteggiamenti, coraggio di scelte audaci, progettualità di intenti, studio dei problemi, passione nei propri interessi.
Sull’esempio di don Tonino spalanchiamo la finestra del futuro, aiutiamo “l’aurora a nascere”. In tempi avari di futuro, aiutiamo i giovani a riappropriarsi del futuro, a non delegare le scelte importanti ma, con umiltà e determinazione, a perseguire la strada professionale, affettiva, sociale.

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Come ne veniamo fuori da un mondo in cui gli antichi valori sono andati giù, in cui il mare ha inghiottito le boe, sicure e galleggianti, cui attraccavamo le imbarcazioni in pericolo?
Come ci ha insegnato don Tonino Bello, non basta più enunciare la speranza: occorre organizzarla.
Sottoscriviamo, sottoscriviamo . . . . sottoscriviamo, indicando nei giovani capaci di dar vita ad attività imprenditoriali la punta più avanzata di organizzatori della speranza.

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È con grande gioia che rilanciamo, da Sondrio, adesso, questo invito ai giovani a vivere la loro speranza: organizzata, costruita, partecipata, responsabile.

Noi abbiamo tanti dubbi, ma abbiamo anche una certezza: che don Tonino Bello sarà sempre compagno di viaggio dei Giovani . . . . ogni qualvolta danzeranno la vita . . . . organizzando, per sé e per gli altri, la Speranza.

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