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Ti punge la medusa? Ecco cosa fare

Ti punge la medusa? Ecco cosa fare

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Incontrare una medusa in mare è facile. Ma non è raro imbattersi anche nel pesce ragno, o tracina, soprattutto nei litorali a fondo sabbioso. In genere questi incontri ravvicinati non creano grossi danni, ma possono comunque essere fastidiosi, soprattutto per i bambini. Ecco perché è utile sapere come comportarsi per alleviare le sofferenze e prevenire spiacevoli inconvenienti. «Le meduse non pungono e non mordono, ma provocano un’irritazione della pelle in seguito al contatto con i loro tentacoli — premette Paolo Cremonesi, responsabile del Pronto Soccorso dell’Ospedale Galliera di Genova —. Queste protuberanze sono rivestite da cellule capaci di iniettare nella preda un liquido urticante, di solito costituito da una miscela di alcune proteine con effetti paralizzanti, infiammatori e neurotossici».

Quali sintomi provoca il contatto con le meduse?

«Inizialmente un dolore “bruciante” per i frammenti di tentacolo lasciati sulla pelle. Subito dopo si sviluppa un’orticaria dolorosa simile a un’ustione, accompagnata da gonfiore, rossore, vescicole e bolle. Raramente, in soggetti particolarmente sensibili, il può verificarsi una reazione allergica grave con shock anafilattico. Il contatto a livello oculare può dare congiuntiviti, ulcerazioni della cornea e gonfiore delle palpebre».

Che cosa succede invece se punge una tracina?

«Sulla sua pinna dorsale ci sono aculei (spine) che rilasciano un veleno che determina un dolore molto forte, acuto che insorge quasi subito dopo la puntura e, senza cure, dura alcune ore. Inoltre dopo la puntura la parte interessata (in genere i piedi camminando in acqua e le mani in caso di pesca) comincia a gonfiarsi. A dolore e gonfiore, possono aggiungersi formicolio e riduzione della motilità dell’arto interessato e disturbi della sensibilità cutanea della zona prossima alla puntura».

Che cosa si deve fare?

«Nel caso della medusa lavare subito e ripetutamente con acqua di mare l’area interessata e asportare con delicatezza i residui di tentacolo. Il trattamento dipende dall’estensione e dalla sede della lesione. In generale, dopo un accurato lavaggio, se l’estensione è significativa e riguarda zone esposte alla luce è bene rivolgersi al medico. Potrebbe essere prescritto un anestetico locale ed eventualmente cortisonici e/o antistaminici (in pomata con copertura della lesione con garza sterile e non esposizione al sole), il trattamento antitetanico (il rischio tetano c’è per ogni tipo di contatto con animali) e un antibiotico per ridurre il rischio d’infezione. È però importante che la decisione sia sempre di un medico. Nel caso della tracina, se la puntura interessa la mano bisogna togliere subito gli anelli (la mano si gonfia) e asportare eventuali parti delle spine dorsali. Poiché il veleno di questo pesce è inattivato dal calore giova mettere subito la parte in un contenitore d’acqua calda al limite della tollerabilità per circa 30-60 minuti. Poi consultare il medico per valutare l’opportunità di una profilassi antitetanica o di un trattamento con cortisone e/o con antibiotici orali».

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