Home News Globi d’oro al cinema e alla tv
Globi d’oro al cinema e alla tv

Globi d’oro al cinema e alla tv

53
0

(di Carlo Di Stanislao) – Assegnati domenica i Golden globe per il cinema e la tv, a Los Angeles, nello splendido salone del Beverly Hills Hotel, con Tina Fey, chiamata a presentare con Amy Poehler, in sostituzione di Ricky Gervais, non più nelle simpatie dei 93 giornalisti dell’Hollywood Foreign Press Association, organizzatori del premio, a causa delle sue battute al vetriolo; che, non smentendo la sua naturale ironia, ha detto, volendosi togliere un sassolino dalle scarpe, che : “Solo ai Golden Globe le star del cinema si trovano accanto gli sfigati della tv”.

Grande sconfitto, nonostante a presentarlo sia comparso, a sorpresa, lo stesso Bill Clinton, ‘Lincoln’, di Steven Spielberg, il grande favorito della vigilia, che ha lasciato il passo ad ‘Argo’, il film di Ben Affleck che racconta la storia vera di una riuscita operazione dei servizi segreti americani durante la rivoluzione khomeinista in Iran.

Il film di Spielberg si è dovuto accontentare del premio come protagonista a Daniel Day Lewis, riuscitissimo nel ruolo del presidente che abolì lo schiavismo, ma non ha ottenuto niente altro, nonostante ben sette nomination.

Ancora più bruciante la esclusione dalle nomination di Emmanuelle Riva (per ‘Amour’) e la mancanza di premi a Nicole Kidman, candidata per il ruolo da non protagonista e in ‘The Paperboy’ e per quello televisivo in ‘Hemingway & Gellhorn’.

Invece Sally Field, favorita nella categoria migliore attrice non protagonista per il ruolo della moglie di Lincoln, si è vista soffiare la statuetta da Anne Hathaway, che veste i panni dell’operaia Fantine ne ‘Les Miserables’, film tratto da Tom Hooper dal famoso musical di Broadway, a sua volta adattamento del capolavoro di Victor Hugo, che ha vinto nella categoria miglior commedia o musical e che ha visto anche di Hugh Jackman primeggiare nella categoria miglior attore brillante.

Due importanti “Globi” anche a ‘Djiango Unchained’, il film di Tarantino ambientato anch’esso ai tempi dello schiavismo, con Christoph Waltz premiato come migliore attore non protagonista e lo stesso Tarantino che ha ottenuto il premio per la migliore sceneggiatura originale.

Un Golden Globe è andato a ‘Zero Dark Thirty’, il film di Kathryn Bigelow sulla cattura e uccisione di Osama Bin Laden, quello a Jessica Chastain, che ha ottenuto la vittoria nella categoria migliore attrice drammatica.

La giovanissima attrice, divenuta famosa per il ruolo della protagonista in ‘Hunger Games’, è anche candidata agli Oscar per il film dell’austriaco Michael Haneke ‘Amour, a cui è andato il Globe per il miglior film straniero.

Alla cantante inglese Adele, da poco mamma, il premio per la migliore canzone originale: ‘Skyfall’, colonna sonora dell’ultimo film di James Bond.

Nessuna vera sorpresa, invece, per i premi televisivi che hanno di fatto ricalcato le preferenze agli ultimi Emmy.

Escono vincitori, ‘Homeland’, la serie di Fox  già premiata all’esordio dai Globe e i suoi due protagonisti Claire Danes e Damian Lewis, oltre alla novità di stagione, ‘Girls’ di HBO, premiata come miglior serie comedy e per la migliore performance della sua protagonista, sceneggiatrice e creatrice, Lena Dunham, classe 1986, talento emergente celebrato anche da Time.

Tre Golden Globe li guadagna ‘Game Change‘ , film HBO ‘sulla campagna presidenziale Usa del 2008, che porta a casa i premi per miglior film tv, miglior attrice protagonista di miniserie (Julianne Moore nel ruolo di Sarah Palin) e quello per miglior attore non protagonista a Ed Harris, nel ruolo del senatore John McCain.

Infine, Jodie Foster, due volte premio Oscar per “Il silenzio degli innocenti” e “Sotto accusa”, ha ricevuto il premio alla carriera Cecil B. DeMille e, in un discorso che ha sorpreso tutti, ha riconosciuto pubblicamente la sua omosessualità, ribadendo allo stesso tempo il suo bisogno di privacy. Dopo aver annunciato che avrebbe parlato della sua sessualità ha dichiarato: “Sono single”, provocando le risate generali. “Ho fatto coming out nell’era della pietra”, ha aggiunto l’attrice 50enne, spiegando che “se sei stata un personaggio pubblico da prima di imparare a camminare, allora forse il tuo valore più grande è la privacy”. È la prima volta che l’attrice riconosce in maniera così esplicita di essere gay. La Foster ha anche detto che non “salirà più su un palcoscenico”, facendo temere il suo ritiro, salvo poi specificare che intende dedicarsi alla carriera da regista ben più che a quella di attrice.

Ricordiamo che la Foster si era sempre rifiutata di rispondere a domande in proposito e non ha mai detto chi sia il padre dei suoi due figli: Charlie, nato nel 1998 e Kit, nato nel 2001. Per questo era stata duramente criticata dalle associazione gay, convinte che un suo coming out avrebbe aiutato a combattere i pregiudizi contro le donne lesbiche.

Più di cinque ani fa, , ricevendo un premio, Jodie aveva ringraziato “la mia bella Cydney, che sta con me nella buona e nella cattiva sorte”, facendo riferimento alla produttrice Cydney Bernard.

Tornando ai Golden Globe, statuette a parte, la stampa specializzata non ha dubbi: la regina della serata è stata Anne Hathaway, per il sorriso smagliante con cui ha ritirato il premio, inguainata cin un lungo Chanel bianco neve incrostato di cristalli scintillanti, senza nessuna collana a coprire il collo esile e con solo piccoli orecchini e sottili braccialetti per lasciare spazio a un viso finalmente disteso, dopo le polemiche per quella chiacchierata uscita in pubblico senza mutandine e le voci (ultra-smentite) su una gravidanza in corso.

Vero nome Andy Sachs, nata a Brooklyn e con nome d’arte scelto in omaggio a Shakespeare, la Hathaway è divenuta famasa con “Il diavolo veste Prado” del 2006 e dopo la buona prova nell’action-parody Agente Smart – Casino totale del 2008, per poi tornare a toni più leggeri dedicandosi alla commedia: prima fa la guerra alla sua amica d’infanzia Kate Hudson nel poco riuscito Bride Wars – La mia migliore nemica, poi nella commedia corale ambientata il giorno di San Valentino (ma da noi uscirà con un mese di ritardo dalla romantica data) Appuntamento con l’amore, del creatore di numerose commedie di successo Garry Marshall. Nel 2010, infine, Tim Burton gli riserva il ruolo di Regina Bianca in Alice in Wonderland e rrecita nella commedia romantica Amore & altri rimedi, a fianco di Jake Gyllenhaal, per poi prestare la voce ad una bionda procace nel film d’animazione Family Guy Presents It’s a Trap, visione rivisitata della saga di Star Wars interpretata dai personaggi della famiglia Griffin.

Due anni fa, infine, diviene Catwoman in Il cavaliere oscuro – Il ritorno di Christopher Nolan.

 Grande assente dalla cerimonia dei Globe 2013, la straordinaria Meggie Smith, migliore non protagonista per “Downton Abbe”, dove interpreta Violet, Contessa di Grantham, ruolo con il quale ha già ricevuto due Emmy, nel 2011 e nel 2012, rispettivamente per “migliore attrice in una miniserie” e “migliore attrice non protagonista in una serie drammatica”; assenta alla cerimonia di Los Angeles perché impegnata nelle riprese di ‘Quartet’, il primo film con la regia di Dustin Hoffman, accanto a Tom Courtenay e Michael Gambon.

Nata nel 1936, schiva e molto riservata per tutto quello che riguarda la sua vita privata, la Smith è stata sposata due volte, dal 1967 al 1974 con l’attore Robert Stephens, da cui ha avuto due figli, Chris Larkin e Toby Stephens, entrambi attori e dal 1975 con lo sceneggiatore Beverley Cross, morto nel 1988.

Nel 1989 ha ricevuto il titolo di Dama dell’Impero Britannico. Ha vinto due Oscar come migliore attrice protagonista, nel 1970 per “La strana voglia di Jeane” di Ronald Neame nel 1979 per “California suite” di Herbert Ross ed ha ricevuto ben altre quattro nomination, l’ultima delle quali nel 2002, per “Gosford park” di Robert Altman, commedia corale satolla di personaggi e fitta di dialoghi, che si tinge di “giallo Agatha Christie” (tanto che lo stesso regista definisce il tutto come “La regola del gioco più Dieci piccoli indiani”), forse non un capolavoro ma probabilmente una delle migliori pellicole di Altman e uno dei migliori film britannici degli ultimi anni.

Quello di quest’anno è il terzo Golden Globe vinto da Meggie Smith, che ha ricevuto, inoltre, ben 10 nomination al premio.

(53)

tags:

By continuing to use the site, you agree to the use of cookies. more information

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close