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Il  tradimento non ha sesso, ma è diverso per uomini e donne

Il tradimento non ha sesso, ma è diverso per uomini e donne

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(di Carlo Di Stanislao) “Il tradimento è simile ai diamanti: non ci guadagna chi commercia al dettaglio” Douglas Jerrolds

“Nessun uomo merita una fiducia illimitata – nei casi migliori, il suo tradimento è solo posposto nell’attesa di una tentazione sufficiente”

Henry Louis Mencken

 

Lo rivelano i sondaggi, è una realtà incontestabile, come appare sempre più spesso dai giornali (e non solo dalle riviste scandalistiche): oggi si tradisce molto di più che in passato. E, a dispetto della liberalizzazione dei costumi sessuali, l’infedeltà continua a essere uno dei maggiori motivi di sofferenza nella coppia, oltre, naturalmente, la principale causa di separazione o divorzio. E, ancora, è nata da alcuni anni una nuova forma virtuale, ma non sempre platonica, di tradimento: quella virtuale on-line. Perché chatta chi è impegnato in un rapporto di coppia che sembra appagante e completo? Un amore senza volto può travolgere la vita della coppia? E amore, passione, o solo bisogno di evadere dalla noia della quotidianità? In rete sono aboliti i corpi, vissuti talvolta nel reale come ingombranti. On line non ci sono ruoli sociali, né gerarchie culturali, solo scambio di parole digitate su uno schermo, [leggi tutto …] solo incontri di personalità ed emotività. Certo è che questo modo diverso di incontrarsi cambia notevolmente la vita e la socialità delle persone che ne sono coinvolte. Stravolge l’esistenza dei partner, sia che lo si consideri tradimento platonico sia che gli si dia valenza reale.  Il mio maestro di sessuologia, il mai troppo rimpianto professor Sabbatini, autore di un saggio che ha formato i sessuologi dell’ultimo mezzo secolo, diceva che tradiscono sia uomini che donne, ma lo fanno con intenzioni diverse: istintuali i primi, per insoddisfazione autentica le seconde. La sociologa Turnaturi evidenzia come il “tradimento” coincida, spesso, colla presa d’atto, da parte del tradito che l’altro è un individuo che presumevamo di conoscere ma che si manifesta invece in tutta la sua inconoscibilità. Il tradimento pone di fronte alla presa di coscienza dell’individualità di ognuno di noi e della precarietà di ogni relazione umana, indipendentemente dalla sua durata e dal profondità del legame instaurato. Baumann al riguardo afferma: “Finché dura, l’amore è in bilico sull’orlo della sconfitta. Man mano che avanza dissolve il proprio passato; non si lascia alle spalle trincee fortificate in cui potersi ritrarre e cercare rifugio in caso di guai. E non sa cosa lo attende e cosa può serbargli il futuro. Non acquisterà mai fiducia sufficiente a disperdere le nubi e debellare l’ansia. L’amore è un prestito ipotecario fatto su un futuro incerto e imperscrutabile”” Se traditi viviamo un senso di inutilità e di desolazione perché il tradimento da parte di chi amiamo ha il potere di incrinare il nostro amor proprio, la nostra autostima. Scoprire di essere stati ingannati ferisce il narcisismo personale, ci sentiamo messi da parte, sostituiti, annullati. All’improvviso avvertiamo quell’impossibilità di essere amati incondizionatamente, di essere unici e insostituibili per il nostro partner. Lui ha guardato, desiderato, avuto un’altra donna. Dopo l’incredulità del primo momento, veniamo sopraffatti dalla rabbia, dal desiderio di fare sentire al mondo il nostro grido di dolore. Superare l’infedeltà da parte di chi amiamo non è certo facile e tornare ad avere fiducia sembra impossibile. Il tradimento attuale, spesso  ne risveglia uno antico, quello del proprio genitore, vissuto come distante e indifferente alle  nostre richieste d’amore, intaccando così la nostra già fragile autostima. Ma perché veniamo traditi? Nonostante l’adulterio sia stato da sempre condannato e represso dalla nostra cultura e dalla nostra religione, la potenza e l’imprevedibilità delle pulsioni sessuali hanno però, avuto la meglio anche sui più terribili divieti, si può ormai quasi affermare che la vera trasgressione sia rimanere fedeli. La tentazione erotica per un’altra persona appare come trasgressione e desiderio di un’avventura, qualcosa di nuovo che sia in grado di regalarci un brivido diverso, qualcosa che ci faccia sentire le farfalle nello stomaco e che ci faccia sentire irresistibili.  Che cosa spinge molte persone a tradire? Nella maggior parte dei casi, semplicemente la noia. Al di là di chi è il traditore e  di chi è il tradito il tradimento coinvolge la relazione in sè, vale a dire  il Noi, oltre all’ Io ed il Tu. Quindi entrambi i partner, seppur con modalità diverse, sono coinvolti nella genesi della situazione  extraconiugale. L’esistenza di quest’ultima è segno di un malessere della  coppia, di un malessere del Noi. Il significato originario della parola tradimento viene dal latino tradere, equivalente in italiano a consegnare, inteso nel significato di consegnare ai nemici. Ed infatti, il tradimento consegna la parte del noi che l’altro ha investito nella relazione, ad un altra persona. Il noi privato della presenza dell’altro, è come se di colpo si disintegrasse lasciando soli l’Io ed il Tu. L’esperienza del tradimento tende ad attraversare quattro fasi diverse: quella iniziale e finale, variabili a seconde delle situazioni, e le due intermedie comuni ad ogni esperienza di tradimento. Le varie fasi non sono da intendersi nettamente separate fra esse, ma spesso si sovvappongono. La loro successione temporale rimane quella che di seguito descriverò. La prima fase è quella della genesi del tradimento: come questo matura, le possibili cause, i segnali anticipatori. Generalmente ci sono delle differenze tra uomini e donne nello svolgersi  della relazione extraconiugale. Le donne legano il tradimento ad un  coinvolgimento emotivo e amoroso,  ad un’insoddisfazione nel matrimonio e hanno più difficoltà a viverlo clandestinamente, anche se tendono  a “nasconderlo” meglio. Gli uomini al contrario, lo legano di più al piacere  sessuale e non iniziano una relazione  extraconiugale per motivi di  insoddisfazione rispetto al coniuge, non hanno grandi difficoltà a viverla clandestinamente, anzi ciò aumenta il piacere della relazione, anche se sono  meno “accorti” nel nascondere. Il tradimento segue un percorso di sviluppo, passa da una fase in cui ci  sono nella coppia problemi non discussi o non risolti e i coniugi si sentono  in rotta, a quella in cui si sviluppa il vero tradimento, la situazione in  cui il coniuge insoddisfatto scivola nella relazione extraconiugale. In questo stadio l’infedele nega e l’altro cerca di ignorare i segni della  relazione. Altro passo importante è la rivelazione, che rappresenta il momento più drammatico,  perché rappresenta uno spartiacque fra un prima e dopo nella storia della coppia e del matrimonio. La rivelazione porta alla crisi del matrimonio, il coniuge è ossessionato  dal problema, a questo punto critico è presa la decisione della rottura o di  tentare attraverso il perdono una riconciliazione.  All’inizio del tradimento c’è una sorta di regressione ‘adolescenziale’. Lo schema sentimentale ricorda appunto quell’età caratterizzata da amori fortemente passionali accompagnati da un turbinio d’emozioni. Ma a differenza di quegli amori, questa volta ci saranno conseguenze per lo più imprevedibili, ma ci si sorvola su quest’ultime, si preferisce non vedere. Il tradimento mantiene sempre la relazione “tre metri sopra il cielo” perchè  non presenta  i litigi, la quotidianità , le preoccupazioni tipiche del  matrimonio. Anche, se col tempo, può divenire fonte di forte ansia per  conciliare tempi e luoghi da dedicare a due relazioni diverse. La durata del tradimento è indefinita, da pochi giorni a diversi anni. Ma quanto dura a lungo o termina il matrimonio o la relazione diventa quasi un matrimonio ‘parallelo’. Per quanto riguarda la scoperta del tradimento, a  volte avviene per “confessione”, talvolta gli amici lo dicono al  coniuge, più spesso il coniuge trova un indizio, come un sms, uno scontrino  o altro tale da destare fondati sospetti. Se un tradimento viene perdonato, spesso si tratta di un perdono incompiuto, vale a dire si crede di aver perdonato ma invece la ferita è ancora ben viva. In questi casi si perdona soprattutto per la paura della perdita dell’altro, anche se ha tradito. Ma il tradimento finisce per rappresentare uno spartiacque fra un prima ed un dopo della coppia. Ci si accorege che l’eventuale crisi è peggiorata, che non c’è più la stessa intimità, che non si può ritornare al “prima” col colpo di spugna del perdono. Anche il perdono di un tradimento richiede una sua elaborazione, come un lutto. Una recente ricerca, pubblicata a fine luglio e condotta dalla università di Ottawa, conferma quello che Sabbatini sosteneva già trent’anni fa. Gli uomini e le donne tradiscono in egual misura, ma per motivi completamente diversi. Lui lo fa se soffre di ansia da prestazione o se ha una particolare predisposizione a eccitarsi facilmente. Lei lo fa invece perchè insoddisfatta del rapporto. L’ampio studio demografico canadese, pubblicato su Archives of Sexual Behavior, ci dice che vi sono anche, nel tradimento, fattori per così dire predisponenti. La ricerca, infatti, ha he alcune caratteristiche di personalita’ e i fattori interpersonali sono predittori piu’ rilevnti di infedelta’ rispetto alla religione, allo stato civile, all’istruzione o al genere. “Pochi studi sull’infedelta’ sono andati al di la’ dell’esplorazione dei dati demografici”, ha detto Robin Milhausen, che ha coordinato lo studio. “Questa ricerca – ha continuato – dimostra che le variabili demografiche non possono influenzare il processo decisionale come quanto si pensava prima. E’ la personalita’ a contare di piu’, soprattutto per gli uomini”. I ricercatori hanno anche osservato che ci sono poche differenze nei tassi di infedelta’ tra uomini e donne (23 e 19 per cento rispettivamente). La diversita’, invece, la si riscontra nel comportamento. Per gli uomini i predittori significativi di infedelta’ sono variabili di personalita’, tra cui la propensione all’eccitazione sessuale e la preoccupazione di poter compromettere le prestazioni sessuali. Per le donne, e’ l’insoddisfazione del proprio rapporto a raddoppiare le probabilita’ di tradire. Le donne insoddisfatte sessualmente del proprio partner, inoltre, hanno il triplo delle probabilita’ di essere infedeli. “Quello che questo studio dice – ha detto Milhausen – e’ che per gli uomini sono le caratteristiche della personalita’ a essere i fattori predittivi dell’infedelta’. Mentre per le donne e’ il rapporto il fattore predittivo piu’ importante”. Nel giugno scorso, poi, sul tema ho letto una acuta riflessione secondo cui tradire, comunque, conviene, tanto agli uomini che alle donne. In effetti il tradimento, insito nei due sessi della specie umana, anche se con istanze diverse, sarebbe il frutto dei nostri geni, notoriamente egoisti, ma soprattutto narcisisti, che vogliono infatti riprodursi il più possibile e rispecchiarsi nelle copie di se stessi. Pertanto, poiché gli spermatozoi hanno un costo nullo e ciascuno di essi ha una probabilità di diventare un essere umano maggiore di zero, gli uomini, se vogliono assecondare i capricci dei loro geni, devono spargere il seme, il più diffusamente possibile. Per le donne il discorso è biologicamente più complesso. Per loro  la riproduzione ha un costo: nove mesi, nausea, vomito, emorroidi. E in quei nove mesi non possono farsi impiantare altri semi nel ventre. Ne consegue che le donne devono essere più caute nella scelta del partner, sceglierne uno che abbia dei buoni geni e che non le lasci al primo stormir di fronde, dandogli una mano nella cura del poppante. Il problema è che queste due qualità – buoni geni e sentimento paterno – di rado vanno d’accordo. Per buoni geni infatti intendiamo quelli che hanno buone possibilità di riprodursi, quindi quelli del classico fijo de na mignotta. Fijo de na mignotta che è, per antonomasia, la persona meno indicata per fare il papà. Questo spiega forse perché le donne scelgano come partner dei potenziali assassini seriali e poi cerchino di convertirli al cambio dei pannolini, nel tentativo di unire l’utero al dilettevole. In alti termini – ma è una idea non necessariamente buona – spiega forse l’attrazione che le donne nutrono per la carriera da crocerossine, volgarmente dette ‘io ti salverò’. Cercano di avere la botte piena e il marito ubriaco, geni di buona qualità e accudimento paterno. Quando non è possibile avere entrambi alcune donne, definite sprezzantemente ‘zoccole‘, si accoppiano con un fijo de na mignotta e fanno cresce il frutto del loro amore da un bravo e ignaro papà. Questo spiega sia l’ossessione maschile per la gelosia sessuale sia il motivo per cui queste donne, per usare un eufemismo, vengono “aspramente criticate”. A nessuno infatti piace crescere il bambino di un altro (ricordate la storia dei geni narcisisti?). Ne consegue che la donna può tradire per vari motivi: trovare geni di qualità migliore (tradimento opportunamente celato al partner) o per trovare un migliore compagno che la aiuti a crescere la prole. Nel secondo caso la donna adulterina leva le tende, ringrazia e tante care cose. Ma perché l’essere traditi ci brucia tanto, uomoni o donne che siamo, nonostante la spinta darwiniana a farlo? L’apprezzamento della sincerità ha una spiegazione del tutto analoga all’apprezzamento della fedeltà, che è motivata dal desiderio di minimizzare la possibilità che gli altri ci tradiscano. Non voglio ovviamente dire che ne siamo consapevoli, sostengo anzi il contrario. Apprezziamo la sincerità senza pensare al perché la apprezziamo (ma la spiegazione io ve l’ho data). Come specie umana nel tempo abbiamo sviluppato gradualmente l’apprezzamento per tutto ciò che ci conviene che la maggior parte delle persone faccia e il disprezzo per tutto ciò che ci conviene che la maggior parte delle persone non faccia. Allo stesso modo abbiamo sviluppato nel corso dei secoli le norme di etichetta e le buone maniere. La morale differisce da queste solo per una diversa qualità e quantità del biasimo associato all’infrazione delle norme (é peggio ruttare a tavola che tradire un amico e nuoce maggiormente alla propria reputazione). Ed ecco spiegata, secondo me,  l’origine dell’etica.

Letture consigliate

–          Black J. S.: Il peccato sessuale. Combattiamo la devianza e il tradimento, Ed.  Ass. Alfa & Omega, Caltanisetta, 2005.

–          Cantelmi T.: Carpino V.: Tradimento on line. Limite reale e virtuale dell’amore, Ed. Franco Angeli, Milano, 2005.

–          Pasini W.: Amori infedeli. Psicologia del tradimento, ed. Mondadori, 2008.

–          Pasini W.: Gelosia. L’altra faccia dell’amore, ed. Mondadori, Milano, 2004.

–          Piscicelli U.: Sessuologia. Teoremi psicosomatici e relazionali, ed. Piccin, Padova, 1994.

 

 

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