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Lanterna Magica: chiusura e ripresa

Lanterna Magica: chiusura e ripresa

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(Di Carlo Di Stanislao) Si conclude lunedì 25, a Palazzo Orsini di Avezzano, con la proiezione di “Match point”, l’11° edizione della rassegna Cinema e Psichiatria, organizzata dal Dipartimento di Salute Mentale ella ASL 01 di Avezzano-Sulmona-L’Aquila, in collaborazione con l’Istituto Cinematografico Lanterna Magica, quest’anno diffusa, in 15 incontri, su tutto il territorio provinciale e, dato il successo, con replica numero 12 da estendere alla intera Regione.

Una rassegna coronata da grande successo, con centinaia di partecipanti ad ogni incontro, film di interesse e dibattiti profondi sui vari temi che uniscono il cinema alla psiche e alla salute mentale più in generale.

Il 36° film di Allen, il suo primo inglese, con lui solo regista, riflette su un tema, il destino, che, si dice, dipenda da tre componenti embricate: l’ereditarietà (DNA, famiglia ecc.), il caso, la finalità (libero arbitrio, scopi, le scelte che si fanno ecc.).

Un thriller sulla stessa scia di “Barry Lindon”, ma con forma ed esiti profondamente diversi. Il cinismo e Dostoevskij c’entrano poco: Allen racconta il suo mediocre Chris (l’irlandese Rhys Meyers, classe 1977) con saggio e lucido disincanto, come in “Crimini e misfatti”, lontano dalla sua New York, come “Amore e guerra” (1975) girato in Jugoslavia, “Tutti dicono I love you” (1996) tra Parigi e Venezia, “Scoop” e “Sogni e delitti” a Londra, “Vicky Cristina Barcelona” in Spagna, “Midnight in Paris” e “To Rome with Love”, nelle due capitali europee.

Il film, presentato a Cannes nel 2005, segna l’ingresso di Allen nel dramma, con un cambio di passo e di stile ed anche di colonna sonora: non più jazz, ma musica lirica e vi affronta, con genialità anche visiva, la questione della assoluta casualità del vivere umano, offrendo in modo estremamente simbolico e concreto, una rara occasione di riflessione in materia.

Straordinaria Scarlett Johansson, che poi con Allen firma un episodio di New York, I love you nel 2008 ed è la giornalista svampita che ha a che fare con un mago (come in The Prestige di Nolan) in Scoop, mentre, contemporaneante è icona fatale in The Black Dahlia di Di Palma.

Chiacchierata, desiderata, questa ragazza con l’aria da diva anni Trenta ha poi vestito i panni di una tata “alla Mary Poppins” nel film Il diario di una tata, firmato dai due registi indipendenti Shari Springer Berman e Robert Pulcini, è stata la sorella di Natalie Portman ne L’altra donna del Re, per poi tornare dal suo mentore Woody Allen per la commedia Vicky Cristina Barcellona. E dopo le performance calienti in terra spagnola con Penelope Cruz e Javier Bardem, ecco arrivare anche la procace fanciulla all’ennesima trasposizione da un fumetto, The Spirit, dove recita al fianco di Eva Mendes, Paz Vega e Samuel L. Jackson.

Dicevamo di riprese oltre che di chiusure. Ed infatti riprende, il prossimo 28 marzo, presso la Sala Paride Stefanini del Blocco 11 della Università de l’Aquila, dopo una pausa di un mese, la rassegna CineMedicine, che il sempre attivo Istituto Lanterna Magica, ha organizzato con il dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della vita e dell’ambiente.

Con inizio alle 17 ed i contributi dei prof. Maria Grazia Cifone, Massimo Casacchia e Mauro Bologna e l’introduzione critica del sottoscritto, un film su Alzheimer ed amore: Away From Her – Lontano da lei ” (2006), della incredibile ventottenne Sarah Polley, con Julie Christie e Michael Murphy, vincitore del Golden Globe, che racconta con garbo e grande forza espressiva la storia di Fiona, sposata da 44 anni con Grant, docente universitario in pensione che, quando i vuoti di memoria diventano più frequenti e rischiosi per la sua incolumità, decide – ma è lei che lo spinge – di ricoverarla a Meadowlake, casa di riposo specializzata. Da una materia difficile – vecchiaia + perdita dei ricordi per una malattia sempre più diffusa sopra i 65 anni – la regista (la canadese Polley, allora attrice emergente, che adottò il racconto The Bear Came Over the Mountain della sua nota compatriota Alice Munro, contenuto nel libro Nemico, amico, amante…, pubblicato in Italia nel 2003), ha cavato una delicatissima e dolente storia di amor coniugale, qua e là straziante, ma tutt’altro che idealizzata, evitando con pudore e sensibilità sentimentalismo e turgore melodrammatico.

Concorrono al risultato una Christie di finissima intensità che, oltre a un Globo d’oro, ha meritato una candidatura all’Oscar; il coprotagonista canadese Pinsent che recita efficacemente sotto le righe, i bravi caratteristi e la fotografia di Luc Montpellier che, senza estetismi, mette in risalto i suggestivi paesaggi innevati dell’Ontario a far da cornice ad una toccante vicenda.

La Polley, candidata all’Oscar come migliore sceneggiatura per questo film, ha presentato con largo successo al Sundence di quest’anno il suo ultimo lavoro: “Roadside Attractions”, di cui già si parla per gli Oscar 2014.

Nata nel 1979, come attrice ha preso parte a vari film fra cui: “Le avventure del barone diMünchausen” di Terry Gillian (1988) e “La mia vita senza me” (2003), diretto da Isabel Coixet.

Il suo ultimo film come regista è “Take This Waltz”, di cui ha scritto anche il soggetto, presentato il anteprima al Toronto International Film Festival il 10 settembre 201 e al Tribeca Film Festival nell’aprile 2012, sempre con fotografica “alchemica” del grande Luc Montpeiller, storia sfaccettata ed ardita di una giovane donna che non riesce a rimanere fedele agli uomini ai quali si lega e che è dipendente dalla prima fase dell’innamoramento, la cosiddetta “luna di miele”, per poi stancarsi molto rapidamente.

Anche cantante e pittrice, la Polley a 15 anni suona Schubert per Bruce Greenwood nel conturbante thriller Exotica e nello stesso anno si sottopone ad un delicato intervento per correggere una grave scoliosi.

E’ anche attivista politica nel Partito Democratico Socialista e la sua migliore prova, come attrice, è ne “La vita segreta delle parole” (in quel film conosce Julie Christie), prodotto da Pedro Almodovar e girato con una forza che ricorda “Dogma” di Lars Von Trier dalla amica regista spagnola Isabelle Coixet, dove interpreta una donna malata di cancro che tenta di dimenticare il suo passato, andando su una piattaforma petrolifera per curare un uomo che ha perso temporaneamente la vista.

Certamente il film sarà in rassegna nel prossimo CineMedicine del 2014, assieme ad altri titoli per confrontarsi su temi relativi la salute e l’ambiente.

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