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V Edizione de L’Aquila Film Festival

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La madrina è stata Ambra Angiolini e la rassegna ha compreso 12 film, fra lunghi e cortometraggi, proiettati tutti al Movieplex de L’Aquila, con introduzione, lo scorso 23 novembre, del critico Davide Desiderio, del responsabile artistico Federico Vittorini e dall’assessore comunale Stefania Pezzopane. La Quinta Edizione de L’Aquila Film Festival, organizzata dalla Associazione Claves, si è conclusa sabato con la premiazione, che ha visto vincitori: “Il paese delle spose infelici” di Pippo Mezzapesa quale miglior film, “Checkpoint “di Ruben Amar quale miglior cortometraggio, Nicolangelo Gelormini ,che ha vinto il premio per la regia per “Reset” e “Luminaris” di Juan Pablo Zaramella, con “Flea and fly” di Fernando, che si sono aggiudicati ex aequo il premio per l’animazione. Miglior cortometraggio categoria Abruzzo “Milonga” di Marco Calvise: 12 minuti di puro tango, che, senza alcun dialogo, ma catturando il gioco di sguardi, di corpi e di piedi, riesce a raccontare una storia d’amore e di passione per il ballo e a renderla più piccante con l’insolito ménage à trois finale. L’Autore, laureato in saperi e tecniche dello spettacolo all’Università la Sapienza di Roma, ha iniziato come attore e ballerino in teatro, per poi passare dietro la macchina da presa, realizzando cortometraggi ed operando anche come assistente alla regia. “Milonga” dimostra che, davvero “il tango è un pensiero triste che si balla”, attraverso protagonisti eccellenti, capaci di trasmettere sentimenti ed emozioni solo con i movimenti, con una attenta regia coadiuvatoada un’ottima fotografia, che riesce a coglierli e a trasmetterli allo spettatore, rendendo il cortometraggio piacevole anche per chi è lontano dal mondo del ballo. Ballo ad altissimo tasso erotico, citatittissimo in vari film, il tango ed la sua progenitrice “milonga”, sono protagonisti di “Lezioni di tango” di Sally Potter e “Tango” di Carlos Saura, capolavoro del 1993. Una memorabile scena di tango, poi, è presente in Evita di Alan Parker (1996), ballato dai due protagonisti: Madonna e Antonio Banderas. Com’è noto la struttura armonica del tango argentino, deriva dalla Payada e dalla Milonga Criolla (arrivata dalla campagna attraverso i Gauchos), l’Habanera (portata dagli schiavi liberati) ed il Tango Andaluz (dagli spagnoli). “Milonga” è un vocabolo che significa parola, confusione, litigio, e il genere nasce nei primi anni del XIX secolo, nelle case da ballo frequentate da gente povera o comunque non benestante, entrando da protagonista in quel fenomeno che si conosce come “de ida y vuelta”, perché i generi viaggiavano dall’America all’Europa e vicevers, a acquisendo trasformazioni e adattamenti in ogni regione specifica. Tornado al Festival de L’Aquila, il vincitore del premio più importante: “Il paese delle spose infelici”, è una eccellente opera prima, con una storia di innocente triangolo fra tre adolescenti, costruita per piccoli sguardi, brevi squarci di esistenza legati dal filo rosso dei sentimenti e dei ricordi d’infanzia (soprattutto per chi è stato adolescente negli anni Novanta). Mezzapese riesce a traferire dallo schemo la sensazione bruciante di un ginocchio sbucciato, l’odore di un campo appena arato, le luci e i suoni di un giro sul tagadà, l’eterno fascino di una Madonna laica dallo sguardo infelice. Momenti che segnano il primo passaggio all’età adulta e che affascinano e ammaliano il pubblico meno per le sfumature psicologiche che evocative, più per la loro forza “affascinatoria” che per un’eventuale compiutezza narrativa. Molto bravi i tre protagonisti: Alyn Prandi, Rolando Ravello e Valentina Carnelutti. Due parole, infine, sul duro “Ceckpoint” di Ruben Amar, premiato anche (e sempre il 26), alla XVIII° edizione del Medfilm Festival a Roma, accurato resoconto degli orrori della guerra, realizzato con grande rigore stilistico ed un senso di profondà umanità (il trailer su : http://www.youtube.com/watch?v=jo5FQv_SHW4 e http://www.rubenamar.net/films/checkpoint ).

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