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Cinema italiano a Londra

Cinema italiano a Londra

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(Di Carlo Di Stanislao) Promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Londra e da Luce Cinecitta’, con un programma curato da Paolo Mereghetti e Adrian Wootton, che propone 11 titoli, accompagnati da incontri con registi e attori, parte oggi a Londra, sino al 15 marzo, la seconda edizione della rassegna ”Cinema Made in Italy”, nata con l’intento di promuovere il nostro cinema sul mercato inglese.

In cartellone ”L’estate di Giacomo” di Alessandro Comodin, ”Io sono Li”’ di Andrea Segre, ”Isole” di Stefano Chiantini, ”La kryptonite nella borsa” di Ivan Cotroneo, ”La-ba’s-Educazione criminale” di Guido Lombardi, ”Il mio domani” di Marina Spada, ”I primi della lista” di Roan Johnson, ”Scialla!” di Francesco Bruni, ”Tatanka” di Giuseppe Gagliardi, ”L’ultimo terrestre” di Gianni Pacinotti, in arte Gipi, e ”Il villaggio di cartone” di Ermanno Olmi.

All’elenco si aggiunge la produzione italo-svizzera ”Giochi d’estate” di Rolando Colla.

A seguire, dal 16 al 30 marzo, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Londra, saranno proposti film italiani e fiction tv basati sullo sport, in onore delle Olimpiadi previste quest’anno nella capitale inglese:.

Questa parte prevede la proiezione de: ”Il campione e la miss” di Angelo Longoni, Bartali, ”L’intramontabile” di Alberto Negrin, ”Pantani, il pirata” di Claudio Bonivento, ”Una storia italiana” di Stefano Reali, ”Il grande Torino” di Claudio Bonivento, ”La leggenda del bandito e del campione” di Lodovico Gasparini.

Previsti, poi,  un omaggio al regista Vittorio De Seta, da poco scomparso e un incontro con Renzo Rossellini, figlio di Roberto, classe 1947, produttore di film come “la montagna incantata”, “Fitzcarraldo”, “il mondo nuovo”, “Identificazione di una donna”, “Fanny e Alexander”, “Nostalghia”, “E la nave va”, “Nove settimane e mezzo” e, più di recente, “la nuova armata Brancaleone”, del 2010.

Morto il 28 novembre dello scorso anno a 88 anni, Vittorio De Seta, rampollo di una nobile famiglia palermitana,  inizia la carriera cinematografica lavorando come secondo aiuto regista di Mario Chiari per un episodio del film ‘Amori di mezzo secolo’.

Nel 1954 diventa aiuto regista di Jean-Paul Le Chanois in ‘Vacanze d’amore’.

Successivamente si dedica all’attività di sceneggiatore e documentarista. Al 1950 risalgono i suoi documentari ambientati prevalentemente in Sicilia e Sardegna, descrivono con potente espressività i modi di vivere del proletariato meridionale (feste sacre di Pasqua in Sicilia) e le dure condizioni di vita dei pescatori siciliani, dei minatori di zolfo nisseni, dei pastori della Barbagia.

Tra questi cortometraggi il documentario ‘Isola di fuoco’, ambientato nelle isole Eolie, viene premiato come miglior documentario al Festival di Cannes del 1955.

L’esordio al cinema nel 1961, con ‘Banditi a Orgosolo’, sceneggiato con la moglie Vera Gherarducci,  che vince il premio Opera prima al Festival di Venezia e il Nastro d’Argento alla migliore fotografia (di Luciano Tovoli).

Nel 1966 realizza ‘Un uomo a metà’ allontanandosi dal documentarismo che contraddistingue la sua carriera. Tra il 1969 e i primi anni 1970 si trasferisce in Francia per girare ‘L’invitata’, film apprezzato da Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini.

Nel 1972 ritorna alle tematiche degli esordi con una miniserie televisiva prodotta dalla RAI, ‘Diario di un maestro’, un successo che avvia la lunga collaborazione del regista con la RAI.

Negli anni Ottanta realizza documentari per la televisione e si trasferisce nella tenuta materna di Sellia Marina in provincia di Catanzaro.

Il suo profondo legame con la Calabria, che ha dato i natali a sua madre, è esplorato nel documentario ‘In Calabria’ del 1993.

Alla sua scuola si è formata una schiera di giovani registi fra cui, ultimo in ordine di tempo ma non per bravura ed originalità, Aureliano Amadei, l’Autore di “Venti sigarette”, rivelazione della stagione 2010 ed ospite (il 29 febbraio scorso), dell’Istituto Cinematografica Lanterna Magica de l’Aquila.

Sempre a proposito della Lanterna Magica, nella sua cineteca (terza per importanza e valore in Italia), sia “Banditi ad Orgosolo”, che “l’invitata”: film originalissimo grazie all’atteggiamento del regista verso Anne, la protagonista, che scopre che il marito ha una relazione con una giovane inglese ed è descritta da De Seta con un misto di identificazione e di odio, di curiosità e di ripulsa.

Lo scorso gennaio, con 18 schermi che hanno riproposto i suoi film, Roma ha omaggiato De Seta, con adesioni e repliche (ancora in corso), in  varie città italiane quali Padova, Pisa e Bologna.

Durante le due settimane romane (conclusesi il 1° febbraio), per la prima volta hanno unito le forze biblioteche comunali, sale cinematografiche, sale d’essai, club cinema, aule universitarie e scolastiche, in un’articolazione di spazi e luoghi che ha coinvolto l’intera città di Roma, sia in centro che in periferia.

E oltre al generoso contributo di cineteche, festival ed archivi di varie regioni italiane, ogni proiezione è stata accompagnata dall’intervento di collaboratori di Vittorio, critici, registi e storici tra cui Gianni Amelio, Luciano Tovoli, Goffredo Fofi, Enrico Ghezzi, Mario Sesti, Raffaele La Capria, Cecilia Mangini, Adriano Aprà, Marco Lodoli, Gianfranco Pannone, Marzia Mete e molti altri.

Ci auguriamo che anche a Londra si riservi a De Seta la stessa attenzione.

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