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Fondi Pensione, Covip: presentata relazione annuale

Fondi Pensione, Covip: presentata relazione annuale

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I fondi pensione e le casse professionali rivestono una funzione sociale essenziale. La COVIP è fortemente impegnata a favorire flessibilità, trasparenza ed efficienza del sistema di previdenza complementare e il miglioramento dei processi di investimento delle casse professionali.

Alla fine del 2015, i fondi pensione sono 469, le adesioni alla previdenza complementare sono cresciute del 12,1%, oltre 7,2 milioni gli iscritti, i rendimenti medi nell’ultimo anno sono al 2,7% per i fondi negoziali, al 3% per i fondi aperti, al 3,2% per i PIP di ramo III e al 2,5 per le gestioni separate di ramo I. Il TFR, nello stesso periodo, si è rivalutato al netto delle tasse dell’1,2%.

Il patrimonio delle forme pensionistiche complementari supera i 140 miliardi di euro, in aumento del 7,1% rispetto al 2014.

Il complessivo risparmio previdenziale, tra fondi pensione e casse professionali su cui la COVIP vigila ammonta a oltre 210 miliardi di euro e riguarda più di 9 milioni di iscritti.

Il nuovo Presidente della COVIP – Commissione di vigilanza sui fondi pensione – Mario Padula, presentando oggi l’annuale relazione sull’attività della Commissione, ha fornito il quadro del settore dei fondi pensioni e delle casse professionali e ha avanzato alcune proposte.

“I fondi pensione e gli enti di previdenza di base privati rivestono una funzione essenziale sul piano sociale: sostengono il benessere degli individui nella fase avanzata del ciclo di vita, affiancando lo Stato e gli altri operatori pubblici nella copertura dei rischi e dei bisogni connessi con l’invecchiamento.

Il welfare “a doppio pilastro” può agevolare la risposta ai mutati bisogni della nostra società e il ruolo della COVIP si caratterizza come garanzia per il corretto ed efficiente funzionamento dell’intero settore della previdenza esercitata da soggetti privati, rilevante tanto per la funzione sociale svolta, quanto per l’entità delle risorse gestite che, nel 2015, hanno superato i 210 miliardi di euro.

La COVIP è impegnata a favorire il rafforzamento dei profili di flessibilità, trasparenza, consapevolezza ed efficienza del sistema dei fondi pensione e, riguardo alle Casse professionali, persegue il miglioramento dei processi di investimento degli enti anche attraverso l’evoluzione della normativa primaria in materia di vigilanza.”

Previdenza complementare: aree di intervento per lo sviluppo

  • Maggiore efficienza e flessibilità del sistema

La COVIP evidenzia la necessità di una manutenzione del sistema della previdenza complementare, per migliorare l’efficienza dei fondi, attraverso lo sviluppo di assetti organizzativi interni idonei a gestire i rischi e a orientare le politiche di investimento verso un’allocazione più adeguata.

L’Autorità ha richiamato l’attenzione del legislatore ad una revisione organica della disciplina che favorisca lo sviluppo delle adesioni e un’evoluzione della funzione della previdenza privata, e agevoli la copertura di un crescente bisogno di flessibilità nell’accesso alla prestazione pensionistica.

A tal fine ha promosso nel 2015 alcune proposte normative che sono state recepite nel disegno di legge sulla concorrenza, attualmente all’esame avanzato del Parlamento.

Il DDL prevede l’istituzione di un tavolo di consultazione presso il Ministero del lavoro, con la partecipazione delle parti sociali e della COVIP, finalizzato ad avviare una riforma che tenga conto della necessità di favorire l’aggregazione tra fondi, assicurare una maggiore efficienza del sistema, una più adeguata governance, il contenimento dei costi di gestione.

Tale processo potrà agevolare anche un più appropriato impiego delle risorse verso l’economia italiana, grazie alla definizione di masse amministrate più consistenti e all’uso maggiormente consapevole di strumenti finanziari più complessi ma in prospettiva più redditizi.

Nel testo normativo sono state inoltre recepite due misure ispirate al criterio della flessibilità in entrata e in uscita. La prima riguarda la facoltà di consentire, sulla base delle previsioni della contrattazione collettiva, la destinazione anche solo di una quota del TFR a previdenza complementare, nell’obiettivo di favorire le iscrizioni specie in quei settori, come quello delle piccole e medie imprese, in cui il livello di adesione non risulta soddisfacente.

La seconda concerne la possibilità di accedere in via anticipata alle prestazioni pensionistiche complementari per coloro che si trovino in situazioni di disagio per la perdita del lavoro in età avanzata, ma non ancora sufficiente per conseguire il trattamento pensionistico obbligatorio, al fine di accompagnarli redditualmente sino al momento della percezione della pensione di base.

Tale misura può divenire una “leva di governo”, agevolando la copertura di un bisogno crescente di protezione sociale. Si potrebbe valutare la possibilità di estendere la facoltà di percepire anticipatamente la prestazione pensionistica complementare anche a prescindere dalla sussistenza di una prolungata inoccupazione. Ciò, con l’obiettivo di favorire una maggiore flessibilità dell’accesso al complessivo sistema pensionistico del nostro Paese, irrigidito dall’ultima riforma pensionistica.

  • Ulteriore trasparenza e semplicità delle informazioni, a tutela dell’aderente

La COVIP ha proceduto alla revisione della propria regolamentazione riguardo le modalità da seguire per la raccolta delle adesioni, nella convinzione che la trasparenza e la semplicità delle informazioni rese costituisca un elemento essenziale a tutela dei potenziali aderenti e degli iscritti.

A tal fine ha stabilito le “informazioni-chiave” necessarie per una maggiore consapevolezza nelle scelte, per facilitare la comparazione tra forme pensionistiche, soprattutto per i costi, e tra linee di investimento diverse.

Allo stesso tempo ha semplificato gli adempimenti che accompagnano la raccolta delle adesioni, anche grazie al potenziamento del ruolo del canale informativo-comunicativo dei siti web dei fondi pensione.

  • Più consapevolezza e conoscenza previdenziale

La COVIP ha posto in essere diverse iniziative volte a migliorare la conoscenza delle tematiche pensionistiche.

Già dal 2008, sulla base delle disposizioni della COVIP, gli iscritti ai fondi pensione ricevono annualmente proiezioni personalizzate della pensione complementare (il c.d. “progetto esemplificativo”). I recenti provvedimenti dell’INPS relativi a “La mia pensione” si muovono dunque nella direzione già da tempo intrapresa nel settore della previdenza complementare. Conoscere le prestazioni attese nel sistema di base può costituire un utile strumento circa l’opportunità di realizzare un piano di previdenza integrativa.

Al fine di evidenziare l’interrelazione tra le aspettative relative alla pensione di base e le opportunità offerte dal sistema pensionistico complementare, la COVIP ha ora rinominato il “progetto esemplificativo” in “La mia pensione complementare”.

Enti previdenziali privati di base: miglioramento della governance e relativa attività di vigilanza

L’esperienza di vigilanza sugli enti previdenziali privati (c.d. casse professionali) ha evidenziato alcune aree di miglioramento tanto della governance degli enti quanto dell’attività di vigilanza complessiva.

Si avverte la necessità di una manutenzione evolutiva della disciplina di settore che risulta datata, in quanto la normativa primaria risale agli anni 90, e incompleta, non essendo stato ancora adottato il regolamento, previsto per il 2011, volto a introdurre disposizioni in materia di investimento delle risorse finanziarie degli enti previdenziali, dei conflitti di interesse e di banca depositaria.

La COVIP auspica il completamento dell’iter di emanazione di tale regolamento, che a febbraio ha ricevuto il parere favorevole del Consiglio di Stato.

La definizione di tale disciplina consentirà di disporre di un quadro di regole certe e favorirà l’ordinato esercizio della complessiva azione di vigilanza delle diverse Istituzioni preposte.

Quanto all’esigenza di evoluzione della normativa primaria di settore, l’Autorità si è fatta promotrice, presso i Ministeri vigilanti, di una proposta finalizzata ad una più adeguata procedimentalizzazione dell’attività di controllo, utile a sostenere il miglioramento della governance degli enti e a favorire una più adeguata gestione del patrimonio degli stessi, anche nell’ottica di una diversificazione degli impieghi che possa agevolare un maggior apporto verso l’economia reale.

L’assistenza sanitaria integrativa nel sistema di Welfare allargato

In una visione complessiva del welfare integrativo, la COVIP evidenzia l’opportunità di porre in essere interventi relativi all’assistenza sanitaria integrativa.

Il settore si mostra in costante crescita, operandovi oltre 500 enti, con caratteristiche profondamente diversificate, che gestiscono annualmente circa 4 miliardi di euro di risorse su 30 miliardi di spesa sanitaria privata, relativa a più di 6 milioni di iscritti e 10 milioni di assistiti.

Posto che anche le funzioni di vigilanza, frazionate tra una molteplicità di soggetti, si mostrano inadeguate rispetto alle esigenze di tutela degli aderenti, nel quadro di un sistema di Welfare allargato potrebbe essere valutata la scelta di attribuire a un’unica Autorità le funzioni di vigilanza sul Welfare integrativo, agevolando un intervento complessivo ed organico di regolazione anche del settore dei fondi sanitari.

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La previdenza complementare nel 2015

Alla fine del 2015, i fondi pensione sono 469: 36 negoziali, 50 aperti, 78 piani individuali pensionistici (PIP), 304 preesistenti e Fondinps. Rispetto al 2014 il numero si è ridotto di 27 unità.

I fondi pensione con più di 100.000 iscritti sono 12, oltre la metà ha meno di 1.000 iscritti; di questi, il 90% è costituito da fondi pensione preesistenti.

Permangono spazi per un incremento dell’efficienza operativa e delle economie di scala, da ricercare tramite processi di concentrazione. L’aumento delle dimensioni concorre infatti alla riduzione dei costi di gestione e all’innalzamento della qualità della struttura organizzativa e dei profili di governance.

  • Le adesioni

Nel 2015, le adesioni alla previdenza complementare, sono cresciute del 12,1%. I nuovi ingressi nel sistema sono pari a circa 1 milione, di cui il 60% confluita nei fondi negoziali.

Nei fondi aperti gli iscritti sono aumentati dell’8,8%, il valore più alto dal 2008. Viceversa, nei PIP “nuovi” la crescita degli iscritti, pur sostenuta (10,1%), è decelerata rispetto agli ultimi 5 anni.

A fine 2015, le forme totalizzano oltre 7,2 milioni di iscritti. Quasi 2,6 milioni sono di pertinenza dei PIP “nuovi”, 2,4 milioni dei fondi negoziali, 1,1 milioni dei fondi aperti e 640.000 dei fondi preesistenti.

Complessivamente aderiscono alla previdenza complementare 5,2 milioni di lavoratori dipendenti privati, 1,9 milioni di lavoratori autonomi e 174.000 lavoratori dipendenti del settore pubblico.

Rimane diffuso il fenomeno delle interruzioni contributive soprattutto fra le adesioni individuali dei lavoratori autonomi. Nel 2015 quasi 1,8 milioni di iscritti alla previdenza complementare non ha effettuato versamenti contributivi.

Considerando quindi solo coloro che hanno versato contributi nell’anno, il tasso di adesione si attesta al 24,2% rispetto al totale degli occupati. Fra i lavoratori dipendenti del settore privato il tasso è pari al 31% e tra i lavoratori autonomi al 19%. Per i dipendenti pubblici il tasso di adesione è appena del 5,2 per cento.

Il tasso di adesione è sensibilmente più basso tra i giovani, le donne e al Sud, riflettendo il mercato del lavoro in Italia.

Il patrimonio

A fine 2015, il patrimonio delle forme pensionistiche complementari ha superato i 140 miliardi di euro, in aumento del 7,1% rispetto al 2014. Esso rappresenta l’8,6% del PIL e il 3,4% delle attività finanziarie delle famiglie italiane.

I contributi raccolti nell’anno ammontano a 13,5 miliardi di euro, di cui il 60% destinato alle forme collettive.

Il flusso di TFR versato ai fondi pensione, pari a 5,5 miliardi di euro, costituisce il 40% circa dei flussi contributivi destinati alla previdenza complementare. Tale flusso non ha risentito della possibilità concessa dalla Legge di Stabilità 2015 di optare per l’accredito del TFR in busta paga.

Le prestazioni nel corso del 2015 sono aumentate di 1,4 miliardi di euro, per un totale di 7 miliardi di euro. L’incremento è dovuto soprattutto alle anticipazioni, salite da 1,4 a 2,1 miliardi di euro, in modo trasversale in tutte le tipologie di forme pensionistiche.

Le altre voci di uscita della gestione previdenziale sono costituite da riscatti per 1,8 miliardi di euro, prestazioni pensionistiche in capitale per 1,6 miliardi di euro, erogazioni di rendite per circa 900 milioni di euro.

  • I rendimenti e i costi

A fronte di un andamento altalenante dei mercati finanziari, i risultati delle forme pensionistiche complementari sono stati positivi per tutte le tipologie di forma e di comparto.

I rendimenti medi, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, si sono attestati al 2,7% nei fondi negoziali e al 3% nei fondi aperti; per i PIP “nuovi” di ramo III, il rendimento medio è stato del 3,2%; le gestioni separate di ramo I hanno reso il 2,5%. Nello stesso periodo il TFR si è rivalutato, al netto delle tasse, dell’1,2%.

A fronte di differenze più limitate nei rendimenti, ampia è l’eterogeneità nei costi fra forme pensionistiche a parità di durata del periodo di partecipazione: su un orizzonte temporale di dieci anni, nei fondi pensione negoziali l’ISC (indicatore sintetico di costo) è in media dello 0,4%, nei fondi pensione aperti dell’1,3%, nei PIP del 2,2%.

  • L’allocazione degli investimenti

Alla fine del 2015, le attività detenute dai fondi pensione ammontano a circa 107 miliardi di euro (esclusi i fondi interni a società ed enti e i fondi le cui risorse sono costituite presso imprese di assicurazione, per i quali le scelte di investimento non fanno capo ai fondi pensione).

Il 62,6% delle attività è investita in titoli di debito; di questi il 78% è costituito da titoli di Stato. Il 16,7% degli attivi è costituito da titoli di capitale e il 12,8% da OICR; gli investimenti in fondi mobiliari chiusi costituiscono un fenomeno marginale, che riguarda quasi esclusivamente i fondi preesistenti.

Gli investimenti immobiliari, in forma diretta e indiretta, anch’essi presenti quasi esclusivamente nei fondi preesistenti, ammontano a 4 miliardi di euro.

Nelle forme pensionistiche complementari, gli investimenti nell’economia italiana, pur se significativi, sono inferiori a quelli all’estero: i primi ammontano a 38,6 miliardi di euro, pari a circa il 36% delle attività considerate, mentre i secondi totalizzano 62,2 miliardi, corrispondenti a circa il 58% di tali attività.

Guardando alla composizione degli investimenti in Italia, la quota preponderante è costituita dai titoli di Stato con 30,2 miliardi di euro. Gli investimenti in titoli emessi da imprese italiane sono, invece, limitati: 3,2 miliardi di euro, circa il 3% delle attività, di cui 2,2 miliardi formati da obbligazioni e 1 miliardo da azioni. Gli investimenti immobiliari, in larga parte concentrati presso i fondi pensione preesistenti, si attestano a 3,8 miliardi di euro, il 3,6% delle attività.

Nel confronto internazionale, i fondi pensione italiani investono in capitale emesso da imprese nazionali una quota del portafoglio più modesta, in parte scontando i bassi livelli di capitalizzazione del mercato azionario italiano.

La vigilanza sulla previdenza complementare

La COVIP svolge un articolato sistema di vigilanza, nel quale si combinano accertamenti di tipo documentale, analisi di dati ed informazioni periodiche, verifiche ispettive in loco.

Nel 2015, il sistema dei controlli ha determinato circa 700 interventi di vigilanza e le verifiche ispettive hanno riguardato 22 forme pensionistiche complementari.

È stato avviato un nuovo sistema di segnalazioni statistiche e di vigilanza, grazie al quale è stata acquisita per via informatica una rilevante mole di informazioni sulla platea degli iscritti ai fondi e sugli aspetti economici, patrimoniali e finanziari dei fondi stessi, con un grado di dettaglio maggiore rispetto agli anni precedenti. Tali dati miglioreranno la vigilanza, orientandola secondo il modello risk-based.

L’attività svolta in riferimento alle operazioni di razionalizzazione, concentrazione e liquidazione delle forme pensionistiche complementari ha messo in evidenza che risulti ancora eccessiva la frammentazione delle iniziative di previdenza complementare.

Le attività di analisi documentale e le verifiche ispettive condotte presso alcuni fondi di piccole dimensioni hanno mostrato una fragilità strutturale che ha indotto l’Autorità a formulare indicazioni volte a prefigurare la concentrazione con altre entità.

L’azione di vigilanza della COVIP ha poi interessato sia la verifica del rispetto di standard di trasparenza nella gestione dei rapporti fra i fondi e gli aderenti, sia problematiche di natura tecnico-attuariale con specifico riferimento ai fondi preesistenti esposti a rischi biometrici.

A tale riguardo nei giorni scorsi la Commissione ha approvato il piano di riequilibrio – ispirato ai criteri di equità tra le diverse coorti di iscritti e beneficiari – di un rilevante fondo preesistente sottoposto alla procedura di amministrazione straordinaria

Nell’ambito della Peer Review EIOPA (l’Autorità europea su assicurazioni e fondi pensioni) sullo Statement of Investment Policy Principles nel 2015, all’attività di vigilanza condotta dalla COVIP è stata riconosciuta la capacità di produrre buone pratiche a livello Europeo

Gli enti di previdenza di base privati

La COVIP, oltre alla periodica attività di referto ai Ministeri del lavoro e dell’economia sulla complessiva composizione delle attività detenute, sulla politica d’investimento, sul processo di impiego delle risorse e sul sistema di controllo della gestione finanziaria dei 20 enti di previdenza di base privati, ha approfondito specifici aspetti della gestione degli enti, anche attraverso iniziative di carattere ispettivo.

Sulla base della complessiva attività di analisi e vigilanza svolta, l’Autorità ha acquisito un patrimonio informativo, in progressiva crescita, che mette a disposizione delle Amministrazioni e dei soggetti interessati.

Alla fine del 2014, le attività complessivamente detenute ammontano a 72 miliardi di euro: il 30% delle attività è investito in titoli di debito, pari a circa 22 miliardi di euro; di questi il 70% è costituito da titoli governativi.

La composizione delle attività detenute si caratterizza per la cospicua presenza di investimenti immobiliari, che, seppure in diminuzione rispetto all’anno precedente, si attestano a 19 miliardi di euro, corrispondenti a oltre il 26% degli attivi.

Gli investimenti nell’economia italiana superano quelli effettuati all’estero; i primi ammontano a 33 miliardi di euro, pari a circa il 46% delle attività totali, mentre i secondi si attestano a 25 miliardi di euro, corrispondenti a circa il 35% delle attività totali.

Con riguardo alla composizione degli investimenti domestici, la quota più rilevante è rappresentata dall’immobiliare, seguita dai titoli di Stato; gli investimenti in titoli emessi da imprese italiane sono invece limitati: ammontano a 2,6 miliardi di euro, meno del 4% delle attività totali, di cui 1,1 miliardi sono titoli di natura obbligazionaria e 1,5 miliardi di natura azionaria.

Finanziamento delle imprese italiane: il ruolo dei fondi pensione e delle casse professionali

I fondi pensione e le casse professionali, quali investitori istituzionali, svolgono dunque un ruolo di assoluta rilevanza, disponendo di ingenti risorse utilmente impiegabili nel breve e lungo periodo.

Le forme previdenziali private allocano in Italia circa 71,6 miliardi di euro, pari al 40% degli attivi. Oltre la metà delle risorse è formata da titoli di Stato per un valore di 40,6 miliardi di euro, mentre circa un terzo, 22,6 miliardi di euro, è formato dalla componente immobiliare. La quota destinata al finanziamento delle imprese italiane rimane ancora esigua: 5,8 miliardi di euro, pari al 3,2% delle attività totali, di cui 3,3 in titoli di debito e 2,5 in titoli di capitale.

Lo spettro degli strumenti finanziari disponibili per l’investimento in titoli di imprese nazionali, essenzialmente di piccole e medie dimensioni, appare oggi ancora non pienamente adeguato rispetto alle esigenze delle forme previdenziali di redditività e diversificazione. E’ pertanto auspicabile il progressivo potenziamento dell’offerta di appropriati strumenti finanziari.

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