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Una riflessione su laurea e lavoro

Una riflessione su laurea e lavoro

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(di Tania Ianni) – Alcune  sere fa, in una tv locale, ho visto  una intervista del Preside della Facoltà di Lettere dell’ Università dell’Aquila, il Professor Giannino Di Tommaso,  in merito alla chiusura della mensa universitaria di Bazzano.

In seguito, ho voluto saperne di più sulla situazione occupazionale dei laureati in materie umanistiche. E sulla funzione degli studi umanistici nella contemporaneità.

I laureati in materie umanistiche, oltre allo insegnamento,(dopo la  frequenza del tirocinio,la loro immissione in graduatoria e lo inzio del servizio con le supplenze, per poi avere la cattedra di ruolo ), o a lavorare negli uffici commerciali ( ammesso che abbiano una adeguata conoscenza delle lingue straniere, e del settore in cui andranno a operare), possono proseguire gli studi, con dottorati ( previo superamento esame di ammissione), o con master specifici, molti a pagamento, o in altre città.

Viviamo in una società caratterizzata dalla ampia ricerca, e dalla maggior facilità di trovare lavoro per un laureato in materie scientifiche (ad esempio, ingegneria, economia, medicina) rispetto ad un laureato in materie umanistiche; si è quasi obbligati a continuare gli studi, con master, corsi di specializzazione, dottorati ( per coloro i quali sono interessati alla ricerca in ambito universitario, e a diventare docenti accademici), o lo ambito delle traduzioni( per cui sono nate le Scuole per interpreti  e traduttori, o master per diventare traduttori), o la editoria.

La nostra storia, le nostre opere di arte, i nostri siti archeologici, i nostri monumenti, sono la testimonianza del nostro passato, della nostra storia, plurisecolare, ricca di testimonianze, senza dimenticare le testimonianze letterarie, che hanno avuto origine nel Duecento, ( e potremmo considerare, storicamente, la letteratura latina “antenata” di quella in italiano).

Un passato che  ci riserva  delle sorprese,con ritrovamenti casuali di reperti e documenti (non da ultimo, recentissimo, il ritrovamento di un documento autografo di Leonardo,o la scoperta del sito archeologico sannita a Scanno,  o la scoperta del relitto dell’Atlantic, al largo delle coste della Liguria). Per non parlare dei ritrovamenti fuori dal territorio italiano: la scoperta di una Stonehenge australiana e quella di un anfiteatro, simile al Colosseo, in Germania, è la prova concreta di quanto la nostra storia passata abbia ancora da “dire” al presente, con i suoi reperti. E indicano che gli studi umanistici hanno come funzione la interpretazione delle testimonianze del passato( questo il compito di filologi, archeologi, studiosi delle varie discipline).

Ma occorre chiedersi quale sia la funzione che le facoltà umanistiche hanno nella nostra società e  come poter collegare quello che viene insegnato in queste facoltà  alla società e al suo continuo evolversi.

Se uno studente in ingegneria, in economia e commercio,  in medicina, o in farmacia, o in giurisprudenza,  quasi certamente, può sperare di trovare un lavoro,( o forse, sarebbe più appropriato dire, inziare il proprio percorso lavorativo) una volta terminati gli studi, e forse anche in poco tempo, perché nella nostra società gli ingegneri, i commercialisti, i medici, i farmacisti, gli avvocati , sono lavori sempre attuali, dato che ogni titolare di azienda ha un commercialista, i medici possono o esercitare come liberi professionisti, o in strutture pubbliche o private, gli avvocati esercitano la libera professione, al pari dei commercialisti.

Usuale è la ricerca di personale laureato in materie umanistiche, nel settore delle risorse umane e della selezione del personale, (spesso abbinato al Master in Risorse umane) sia nelle aziende, che nelle  società di somministrazione di lavoro interinale. Oppure negli uffici stampa delle aziende, o nel settore giornalistico (qualora si ami la scrittura).

Valgano  come esempi  nomi come quello della giornalista Claudia Vinciguerra, e dello ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, laureato sia in lingue che in giurisprudenza. O Roberto Saviano, Umberto Eco e Michele Santoro, che hanno la laurea in Filosofia,(Saviano ha anche ricevuto quella in Giurisprudenza, honoris causa, questo anno) , o Paolo Valenti, Pier Paolo Pasolini e Bianca Berlinguer,laureati  in Lettere, come Pavese, che si interessò anche di letteratura americana, o Fernanda Pivano, laureata sia in Lettere che in Filosofia, e si è appassionata alla letteratura americana,( ed è nota la sua attività come traduttrice  in italiano di testi letterari e  di poeti della beat generation americani),  e Giordano Bruno Guerri, che ha la laurea in Lettere Moderne, o Marco Travaglio e Andrea De Carlo, laureati in Storia contemporanea, o come Melania Gaia Mazzucco,laureata in Storia della Letteratura italiana moderna e contemporanea, o il direttore Paolo Mieli, che ha studiato Storia moderna all’Università, o la giornalista Monica Maggioni, laureata in Lingue e Letterature straniere. O Corrado Alvaro e Vitaliano Brancati, laureati in Lettere, e Francesca Sanvitale, laureata in Letteratura italiana, o Luigi Pirandello, che  ha studiato Filologia romanza.

Questi nomi, che sono soltanto alcuni dei laureati in materie umanistiche, appartengono a personaggi noti al pubblico che li conosce per leggerne gli articoli ed i libri, o vederli in tv;  sono alcuni dei tanti laureati in materie umanistiche, che, in un passato più o meno recente, hanno studiato nelle facoltà umanistiche del territorio nazionale.

Ma occorre aggiungere anche che ci sono laureati che hanno intrapreso strade diverse rispetto al percorso di studi svolti: un esempio è dato dai molti giornalisti  e scrittori che sono laureati in giurisprudenza, chimica(come lo scrittore Primo Levi), fisica.

Questo elenco di laureati non vuole essere un metro di paragone, consci che ognuno ha un suo percorso culturale, proprie passioni , o propri argomenti di studio, un  entourage relazionale, e ovviamente, un presente storico, culturale, sociale, in cui vive la propria quotidianità, che è diverso da quello degli altri individui.

La speranza di ogni laureato è quello di trovare un lavoro che risponda a quanto si ha studiato, il suo augurio è non pentirsi di quello che ha studiato, e che soprattutto quello che ha studiato lo appassioni, lo interessi, lo incuriosisca.

A monte di tutto sta il dubbio amletico dell’aspirante matricola: scelgo una facoltà che mi interessa oppure un indirizzo di studi che , potenzialmente, mi dia maggiori possibilità di trovare un lavoro?

Occorre aggiungere che lo studente che ha conseguito la maturità ha anche , a disposizione, la possibiltà, di scegliere di non andare alla università.

Finora non è stata presa in considerazione, perchè questo scritto vuole essere una riflessione sulle lauree umanistiche e sui loro possibili sbocchi nel mondo del lavoro.

Così come non si è fatto cenno alle statistiche, che analizzano il rapporto tra laurea e occupazione , a partire dai dati oggettivi del numero di iscritti, numero di laureati, percentuale di laureati occupati dopo due , o cinque  anni dalla conclusione degli studi. Non tenendo conto delle “variabili dipendenti”, come possono essere le motivazioni individuali dello studente nella scelta del corso di studi universitari, o quelle che lo spingono a lasciare il corso di laurea intrapreso.

 

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